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L’avventura “solare” di Denise

La meccanica e i motori facevano già parte del suo Dna. Complici papà, carrozziere, e l’officina in cui Denise amava recarsi fin da piccola per scoprire, pezzo dopo pezzo, come un’auto “acciaccata” potesse tornare in forze. Eppure mai Denise avrebbe immaginato di poter contribuire, un giorno, alla costruzione della prima auto a 4 posti ad energia solare “made in Italy”. La stessa, frutto del progetto “Onda Solare” nato all’interno dell’Università di Bologna, che il 22 luglio, dopo due settimane e quasi 3000 Km di viaggio, ha vinto la gara più prestigiosa ed impegnativa a livello mondiale per questa categoria di mezzi, l’American Solar Challenge. Emilia 4 – così si chiama quest’auto speciale – è passata addirittura alla storia per essere stata la prima macchina ad attraversare gli Usa dall’East alla West Coast, solo ed esclusivamente con energia ricavata dal sole, senza mai ricaricare le batterie a differenza delle altre concorrenti.
Denise Dujmic ha iniziato ad occuparsi di Emilia 4 ad un mese dalla laurea in Ingegneria Meccanica, nel novembre 2016, per conto del Centro di Ricerca Industriale di Scm Group, principale partner del progetto. Ha seguito tutte le fasi che hanno portato alla realizzazione dell’auto e sempre per Scm Group ha potuto vivere in prima persona l’avventura americana, unico membro riminese del Team di Unibo che è riuscito a battere lungo la famosa Oregon Trail (la principale via di comunicazione dell’entroterra statunitense, un tempo percorsa da cowboy e minatori) avversari di tutto rispetto come l’Università di Minnesota.

Denise, qual è stato il momento più difficile?
“Ce ne sono stati diversi: le rigide regole della fase di Scrutineering, in cui gli ispettori valutavano che i mezzi in pista avessero tutti i requisiti tecnici di sicurezza, meccanica, dinamica ed efficienza; le durissime qualifiche del Formula Sun Grand Prix, anteprima dell’American Solar Challenge, e le problematiche ambientali e tecniche vissute durante la gara. Oltretutto, sempre con poche ore di sonno (una volta l’unica soluzione per la notte è stata dormire in tenda nel giardino di un comando di polizia locale), con un meteo a volte sfavorevole e con tanta ansia: l’imprevisto era sempre dietro l’angolo. Per fortuna c’erano gli splendidi paesaggi ed il bel clima nato nel team a darci conforto. Alla fine tagliare il traguardo a Bend senza ricaricare mai le batterie dell’auto, senza essere trainati e addirittura vincere la gara è stata un’emozione indescrivibile”.

Com’è stato il rapporto con gli altri membri del team?
“Sono tutte persone molto motivate, appassionate e competenti, con le quali lavorare e collaborare è stato un vero piacere. Da parte mia, nei giorni di gara, mi sono potuta rendere utile nelle fasi di problem solving e riparazione della macchina: era la prima volta che l’auto, a poche settimane dalla presentazione a Maranello l’11 giugno, veniva testata su strada”.

Qual è stato il valore aggiunto fornito da Scm Group?
“È stata sfruttata la potenzialità delle macchine Cms Advanced Materials del Gruppo per la realizzazione e lavorazione dei modelli in poliuretano di alta densità, che hanno portato poi a ricavare gli stampi per la carrozzeria. Tramite questo progetto l’azienda ha anche acquisito know how sull’intero processo utilizzato per la realizzazione di elementi in composito ad alte prestazioni: dalla scelta dei materiali per la realizzazione dei modelli alle tecniche di assemblaggio dei semilavorati, dalla individuazione dei parametri tecnologici di lavorazione ottimali alla scelta dei minimi livelli di finitura necessari. Un know how indispensabile per supportare adeguatamente le sempre più numerose applicazioni delle nostre macchine in questo settore in espansione”.

Come sei arrivata a Rimini, in questa grande azienda?
“Grazie ad un tirocinio internazionale Erasmus al CSR (Centro Studi Ricerche) di Scm Group. Il posto mi è piaciuto, come anche l’ambiente lavorativo di questa azienda. Finito il tirocinio abbiamo deciso di continuare la collaborazione tramite la tesi di laurea alla quale è seguita la proposta da parte di Scm Group di lavorare proprio sul progetto Onda Solare! L’ambiente di lavoro poteva non solo permettermi di sfruttare le conoscenze acquisite all’università, ma anche di arricchirle quindi ho colto l’occasione e ho deciso di tornare a vivere e a lavorare in Italia, a Rimini. Ringrazio tutti i collaboratori e colleghi del Gruppo e dell’Ufficio Innovazione per essermi stati di grande supporto, da Stefano Cucchetti, capo progetto, a Fabio Brugiafreddo, per l’assistenza al mio responsabile Federico Ratti che mi ha dato l’opportunità di partecipare a questa indimenticabile esperienza”.

Denise, salutiamoci con un motto bene augurante, per il tuo futuro e per quello di Emilia 4.
“Where there is a will, there is a way (Dove c’è un desiderio, c’è una strada)”.
Allora buona strada, e che sia baciata dal sole!
Nicola Montanari