Home Attualita Lavorare all’estero: quante occasioni!

Lavorare all’estero: quante occasioni!

Con 7.5 milioni di giovani NEET (non occupati, né tirocinanti, né studenti) il Vecchio Continente rischia di avvizzire sempre più. Non a caso l’Europa ha stanziato 19 miliardi di euro per il piano giovani 2014-2020. In previsione, l’allargamento del modello Erasmus al mondo del lavoro, con l’obiettivo di abbattere la disoccupazione giovanile, oggi al 25%. Il progetto coinvolgerà 5 milioni di europei fra studenti, praticanti e lavoratori.

Quante opportunità di lavoro! Aspettando l’anno venturo, vi sono già molteplici proposte di studio e lavoro all’estero che il Comune di Riminisi ha raccolto sul sito puntoeuropa.comune.rimini.it: dal tirocinio presso le istituzioni europee all’Erasmus per ricercatori; dalle borse per gli scienziati dell’open-data a quelle per gli adulti. Di questi temi si occupa lo sportello Eurodesk di Rimini.
“I programmi sono molto diversi fra loro, per cui offriamo un servizio di orientamento. In tanti si muovono da soli su internet”. L’errore comune dei ragazzi riminesi è quello di rivolgersi all’ultimo minuto: “un modo di fare che si scontra con le scadenze e i tempi della programmazione”. Il primo ostacolo? Dire a mamma e papà che si vuole partire. Poi, una volta partiti, lingua e ambientazione possono presentare un conto salato “ma si tratta solo del primo impatto, perché poi va tutto liscio”.

Lo sportello Eures. Altro sportello è l’Eures presente a Rimini presso l’ufficio di collocamento, assiste i segugi di lavoro all’estero. Il responsabile, Jean Christophe Pirini, è abbagliato dalla crescita esponenzialmente del fenomeno. “Se nel 2011 gestivo circa 30 contatti al mese ora sono saliti a 150”, esplosi soprattutto quest’anno. Dopotutto “l’Europa sta entrando sempre di più nelle nostre case”; e se si unisce questo dato col fatto che “molti giovani non vedono riconosciuto il proprio valore in patria” e con i “vantaggi che le esperienze all’estero rappresentano per il curriculum”, si ottiene la miscela vincente. Le offerte di lavoro postate sul portale hanno raggiunto l’incredibile cifra di 1.5 milioni. Attualmente i settori più in voga sono, nell’ordine: finanza, ingegneria, ristorazione, pulizie domestiche, assistenza alle persone, informatica, green economy e commercio, soprattutto in Gran Bretagna, Germania, Francia e paesi scandinavi. Allo sportello si presentano tutti i tipi di persone, laureati e non, fra i 25 e i 40 anni (ma anche più anziani). Persino padri di famiglia pronti a lasciar casa verso stipendi migliori. L’Europa rappresenta un mercato del lavoro molto più ospitale di quello che molti candidati pensano prima di informarsi. In questo nuovo paese allargato chiamato Unione Europea, trasferirsi a Berlino non è poi così differente del migrare a Milano. Forse persino più economico.

Il richiamo a Stelle e Strisce. Ma non è solo l’Europa a rispondere al richiamo dei giovani. Le borse di studio Fulbright accompagnano ogni anno una quarantina di italiani nelle università degli Stati Uniti per studiare, fare ricerca o insegnare. Sandro Zinani, consulente Fulbright a Roma, suggerisce, però, di muoversi per tempo. “Chi fa domanda a dicembre dovrebbero iniziare già dalla primavere a contattare i docenti americani. Questi svolgono una sorta di tutoraggio a distanza”. I premi sono piuttosto cospicui, fino a 40mila dollari (circa 30mila euro) a testa, ma non bisogna farsi abbagliare dalle cifre: le tasse universitarie americane sono celebri per il loro peso shock. Oltretutto “gli italiani prediligono New York e California, ovvero le mete più costose”. Qui si possono spendere fino a 60mila dollari l’anno. L’iter è molto selettivo: “Occorre certificare un’elevata conoscenza dell’inglese, scrivere due ottimi saggi motivazionali e presentare delle buone lettere di referenze”. Per quanto riguarda gli insegnanti, sono richiesti esperti in studi umanistici. A loro viene versato un contributo pari a circa 5mila dollari al mese per 4-5 mesi. Mentre per gli assistenti di lingua italiana, 1000 dollari al mese, vitto, alloggio e partecipazione ad alcuni corsi. Per i ricercatori di tutte le discipline sono disponibili 11 borse da 12mila dollari.

Mirco Paganelli