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L’affettuosa pittura di Cagnacci

Gabriello-Milantoni

La luce che si irradia da dentro e viene portata fuori dalle pennellate, allineando corpo e spirito. “È una pittura affettuosa quella di Guido Cagnacci, perché con affetto e amore guardava alle sue eroine e ai suoi personaggi”. Così il prof. Gabriello Milantoni, riminese storico dell’arte e filologo, racconta il pittore santarcangiolese all’apertura della settima edizione de “I Maestri e il Tempo” quest’anno dedicata alla comprensione delle opere d’arte per comprendere e leggere meglio il mondo che ci circonda. La rassegna promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio si è aperta con l’incontro “Capire davvero Cagnacci. Tra New York e Londra”, a palazzo Buonadrata di Rimini.
Gabriello Milantoni (nella foto © Gilberto Urbinati), tra i più brillanti e originali interpreti dell’arte sacra dal Medioevo alla Modernità, autore di saggi su Cagnacci, il Tempio Malatestiano, Pisanello (solo per citarne alcuni) è stato chiamato per spiegare l’artista nato a Santarcangelo nel 1601 (e morto Vienna 1663) e che ha offerto al territorio riminese i suoi primi capolavori, intessuti di un intenso misticismo. “Ma la comprensione del grande maestro in tutte le sue sottigliezze stilistiche, formali, letterarie, drammaturgiche e teologiche sfugge spesso al grande pubblico. – spiega il curatore della rassegna Alessandro Giovanardi – Per questo è stato chiesto all’intelligenza sofisticata e appassionata di Gabriello Milantoni di aiutarci a leggere davvero Cagnacci, a entrare nel suo mondo di relazioni umane e culturali, a donarci gli strumenti per leggerlo e amarlo come si deve”.
Molte opere di Guido Cagnacci si possono ammirare nelle chiese di Rimini e dintorni (chiesa di San Giovanni Battista e del Suffragio a Rimini, a Santarcangelo alla Collegiata, ecc.) ma la maestosa opera illustrata durante la conferenza e cioè la Maria Maddalena penitente è stata esposta di recente a New York presso la Frick Collection dove una piccola ma preziosa rassegna è stata dedicata dal curatore Xavier F. Salomon, proprio al pittore romagnolo. La stessa mostra ha riaperto i battenti a febbraio dell’anno in corso in quel di Londra (National Gallery) ed è visitabile fino al 21 maggio 2017.
Il racconto del prof. Millantoni si fa interessante e poetico: dal suo legame con Rimini dove racconta di aver studiato, entrando in “possesso” di una formazione “alta”, alla considerazione di Rimini come scrigno di tesori artistici che vengono apprezzati oltre confine, fino alla descrizione di quelle pennellate lente, dei colori impastati, delle luci e ombre che riportano più che ad un senso dell’erotismo, ad una descrizione ultraterrena, quasi eterea.
Perché l’arte aiuta a capire il mondo che ci circonda. “«I maestri e il tempo» vuole quest’anno – rilancia il curatore Giovanardi – porre una questione fondamentale nell’interpretazione dell’opera d’arte: come si legge un dipinto o una scultura? Cosa significa capire un grande artista e il suo lavoro? Una decina di lezioni con temi di grande attualità nel mondo dell’arte internazionale e che riguardano Rimini”.
Sono molti infatti gli artisti del nostro territorio celebrati all’estero. Ancora la National Gallery di Londra ospiterà da giugno a ottobre una retrospettiva su Giovanni da Rimini. Allo stesso tempo stanno venendo alla luce alcune importanti scoperte su Guercino, pittore di orgini emiliano romagnole, che ospitò Cagnacci a Roma e che tanto lavorò per Rimini.
La rassegna sarà anche l’occasione per celebrare il 600esimo anniversario dalla nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta, committente del Castello e del Tempio Malatestiano e mecenate di grandi artisti.
Il ciclo si articolerà in due periodi. Cinque gli appuntamenti previsti fino a maggio. Il 24 marzo Sabrina Foschini interverrà su “Il gran ballo del Cosmo. Primitivi e Avanguardie in Russia alla vigilia della rivoluzione”. Il testimone passa il 7 aprile a Massimo Pulini: “Alla ricerca di Guercino. Nuove scoperte e studi”, mentre il 5 maggio tocca a Lina Bolzoni: “Teatri della memoria tra Rinascimento e Novecento”. Elisa Tosi Brandi è la protagonista dell’incontro del 19 maggio: “Isotta diva e divina”. Chiusura il 26 maggio con Giovanni Carlo Federico Villa e Alessandro Giovanardi, intenti a tracciare “Giovanni da Rimini tra Londra e l’Oriente”. Il secondo ciclo si conferenze si svolgerà in autunno.
Nelle precedenti sei edizioni sono state oltre 12.000 le presenze con la partecipazione di studiosi e ricercatori di fama mondiale come Carlo Ginzburg, Bruno Toscano, Massimo Cacciari e altri autorevoli nomi. Anche noti studiosi riminesi e romagnoli hanno dato il loro contributo: Pier Giorgio Pasini, Oreste Delucca, Giovanni Rimondini, Rosita Copioli e Massimo Pulini.
Una occasione per Rimini, e non solo, per capire e conoscere meglio i grandi artisti del passato, perché un’opera solo osservata, senza essere spiegata resta lì come non avesse significato, invece ogni particolare ha un senso, ogni colore evoca un suono, ogni traccia dipinta, scolpita, o comunque lasciata, serve a mostrarci come l’artista interpretava il mondo, i suoi personaggi. Questo è il senso della storia dell’arte: nel come, nel quando (non “quanto”), nel dove, ritrovare l’emozione che è capace di infondere nell’animo, forse la stessa provata dall’artista mentra la creava secoli fa.

Silvia Ambrosini