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La “sana dottrina” di Papa Francesco

In cinque brevi capitoli il Papa ci ha regalato un piccolo manuale di spiritualità.
Spero che questa lettera sia presa sul serio e utilizzata da tutti come strumento utilissimo per il proprio cammino e per la formazione.
San Paolo parlerebbe di “sana dottrina”, che sa unire alla profondità dei contenuti la semplicità e concretezza del vero pastore.
L’esortazione si appoggia su quattro colonne portanti sviluppate nel primo capitolo.

1. La chiamata universale di tutti gli uomini alla santità che consiste nell’amare come ama il Padre.
“Tutti i fedeli di ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità la cui perfezione è quella stessa del Padre celeste”(10) “che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni” (Mt 5,45).
“Il Signore ha scelto ciascuno di noi «per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità»” (Ef 1,4) (2) e beato chi riesce a vivere, almeno in parte, questa pienezza già su questa terra.

2. Il primato della grazia.
Solo Gesù Cristo è la perfetta rivelazione del Padre, perché solo Lui è stato capace di incarnare, nella sua esistenza umana, tutta la bontà del Padre.
“Il disegno del Padre è Cristo, e noi in Lui. In definitiva, è Cristo che ama in noi, perché «la santità non è altro che la carità pienamente vissuta»” (21)
“Non ti scoraggiare, perché hai la forza dello Spirito Santo affinché sia possibile, e la santità, in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua vita. Quando senti la tentazione di invischiarti nella tua debolezza, alza gli occhi al Crocifisso e digli: «Signore, io sono un poveretto, ma tu puoi compiere il miracolo di rendermi un poco migliore». Questa santità andrà crescendo mediante piccoli gesti.” [16.15]
Cammino lungo che richiede la pazienza propria della speranza (cap 4): “è possibile amare con l’amore incondizionato del Signore perché il Risorto condivide la sua vita potente con le nostre fragili vite”(18)

3. Un cammino di popolo.
Più entro in comunione col Padre attraverso Gesù Cristo più assimilerò il suo sguardo di amore universale che “vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1Tm 2,4). “Il Signore, nella storia della salvezza, ha salvato un popolo. Non esiste piena identità senza appartenenza a un popolo. Perciò nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana: Dio ha voluto entrare in una dinamica popolare, nella dinamica di un popolo.” (6)

4. Non a parole ma nei fatti.
“La tua identificazione con Cristo e i suoi desideri implica l’impegno a costruire, con Lui, questo Regno di amore, di giustizia e di pace per tutti. Cristo stesso vuole viverlo con te.”(25)
In conclusione: “La santità non ti rende meno umano, perché è l’incontro della tua debolezza con la forza della grazia… con gli scarti di questa umanità vulnerabile, alla fine del tempo, il Signore plasmerà la sua ultima opera d’arte.” (34 e 61)

don Osvaldo Caldari