Home Vita della chiesa La pastorale ai tempi del Coronavirus

La pastorale ai tempi del Coronavirus

Com’è la pastorale al tempo del coronavirus?

Dopo un momento di incertezza e sbandamento dovuto ai rapidi e progressivi divieti che hanno tolto alle persone ogni possibilità di movimento, e quindi di pastorale tradizionale, fino alla negazione, molto dolorosa, dell’eucarestia insieme, comunità, parrocchie e associazioni si stanno riorganizzando, con creatività, favorite ed aiutate certamente dai nuovi mezzi di comunicazione, in particolare la Rete e i social.

Se la prima settimana di “clausura light” aveva permesso almeno la possibilità di visite ai malati, di confessioni e adorazione eucaristica in chiesa, la seconda “stretta” di sabato 7 e domenica 8 marzo (quando Rimini è diventata “zona protetta” o “rossa” o “arancione”, come dir si voglia) ha consigliato i sacerdoti ad appoggiare l’invito “io sto casa” evitando ogni proposta che portasse a ulteriori movimenti dei fedeli.

A questo punto le chat parrocchiali di Whatsapp e di altri social sono diventate luogo comunitario di informazione, confronto, scambio di strumenti di preghiera e pastorali, ma anche di battute e video scherzosi (“giusto per tenersi sù”). E in tanti hanno attivato delle videoconferenze per facilitare l’incontro, secondo lo slogan comune: “vicini anche se distanti”.

Iniziamo, con questo numero, un viaggio fra le comunità, per conoscere le proposte messe in atto.

Partiamo da Riccione, dove ogni giorno, alle 20,30, viene trasmessa la Messa in streaming dalla chiesa di Gesù Redentore all’Alba. I sacerdoti riccionesi in un primo momento si trovavano insieme a concelebrare, ma “ora proprio per rispetto all’indicazione di non creare nessun assembramento, la celebrazione è guidata a turno da un solo sacerdote” assicura don Stefano Battarra di San Martino. “Anche in queste piccole cose si vuol dare un segnale di attenzione alle scelte che vengono fatte per tutti”.

“Con i responsabili dei gruppi scout – continua don Stefano – ci incontriamo in video conferenza, più difficile farle in Comunità capi, perché il numero è troppo grande”.

“A San Lorenzino – rilancia don Davide Arcangeli – si è scelto di fare omelie feriali e festive in video su YouTube, linkate sulla pagina Fb della parrocchia. Il giornalino parrocchiale viene diffuso sul sito internet della parrocchia e sulla pagina Fb”.

All’insegna del “ teniamoci in contatto, anche se da lontano”, è l’esperienza dell’Unità Pastorale La Trasfigurazione, che mette insieme comunità dell’Alta Valconca, che propone una serie di indicazioni concrete.

“Le persone che si trovano in quarantena si potrebbero mettere in contatto con gli amici o con chi è nella stessa situazione, perché è bello raccontarsi e sostenersi reciprocamente.

In accordo coi sindaci abbiamo pensato anche ad una iniziativa per non lasciare le persone sole.

Alcuni, tra cui i giovani, sono disponibili per la spesa per persone sole e malate o che comunque non possano o non se la sentano di uscire: con le doverose precauzioni ed evitando ogni contatto ravvicinato la cosa non è difficile da realizzare. Chi volesse approfittare di questa disponibilità può telefonare al numero…”.

Anche per la parrocchia di San Girolamo a Marina Centro di Rimini la vita passa in rete “Sul sito – illustra il parroco don Roberto Battaglia – abbiamo pubblicato materiale per la preghiera in famiglia nella giornata di domenica e per la meditazione in questo inizio di Quaresima. Abbiamo una lista broadcast di 140 parrocchiani a cui segnalo aggiornamenti del sito parrocchiale, avvisi, ecc…

Poi esiste la rete di contatti con le famiglie dei bambini che frequentano il catechismo…
Molto positiva l’esperienza con catechiste ed educatori in video conferenza e lunedì prossimo convoco il CPP sempre in video conferenza”.

Sei anche assistente di CL a Rimini… “I gruppi si stanno incontrando in videoconferenza… E alcuni universitari che a turno al mattino vanno alla Caritas per distribuire il cibo agli anziani, nelle case”.

Don Tarcisio Tamburini, del Villaggio I Maggio detto Tatamba dagli amici per la sua vivacità, non sta davvero fermo.

Se non può esserci Messa con la gente, si preoccupa con i suoi parrocchiani di creare sulla pagina FB della parrocchia la diretta tv della Messa alla domenica mattina. Poi ogni sera, alle 20,30 invita tutta la comunità parrocchiale a ritrovarsi in casa propria per pregare insieme, con il Rosario, in particolare per i parrocchiani colpiti dal coronavirus. E con i giovani organizza incontri in Rete, usando il sistema Cisco Webex Meetings.

“Sulla pagina FB della parrocchia di Santa Maria di Viserba mare quotidianamente pubblico il vangelo del giorno con un breve commento. Utile per chi non ha il Pane quotidiano o altro sussidio – racconta il parroco don Aldo Fonti – La pagina diventa occasione anche per altre comunicazioni. Ci sono quasi sempre 60 – 80 persone che utilizzano questo servizio. Poi per altre occasioni, come nella festa della donna, gli accessi crescono di molto”.

A Igea Marina don Marco Foschi da qualche settimana ha iniziato a celebrare la Messa live su Facebook e poi ha aperto anche un canale Youtube. “ Il risultato è stato molto positivo ci messaggia don Marco -, ben oltre ogni previsione, anche perché si sono collegati molti amici turisti conosciuti nell’estate, dal Piemonte al Trentino, Lombardia, Toscana, fino a Roma ed anche a Catania. Incredibile il bisogno delle persone di essere strappate un’attimo alla situazione contingente. La Messa raccoglie tanta gente della comunità e tanta comunità virtuale, dove ognuno poi passa voce.”

La radio parrocchiale (fm103,85) è lo strumento principale che la parrocchia di Villa Verucchio utilizza in questi giorni, soprattutto per la preghiera. Ogni mattina alle 8,15 recita delle Lodi. Il pomeriggio alle 15,30 recita del Rosario e alle 19,45 Vespri. Alle 10, ma solo alla domenica, la Messa.

Don Pierpaolo Conti e don Andrea Tomassoni poi comunicano con la parrocchia attraverso delle “lettere alla comunità” (distribuiti in modi diversi e soprattutto nei gruppi di Whatsapp), che fanno un po’ il punto della situazione e soprattutto invitano a vivere nella fede e nella carità questo tempo di paura e incertezza.

La lettera “Piccoli passi nel deserto di questa Quaresima” al punto 10 dice: “Dal male, ricaviamo il bene. Per finire, accogliamo l’invito di san Paolo che propone di ’vincere il male con il bene’. Senza subire passivi e tristi questi giorni, viviamoli con tanto impegno, con la capacità di rinnovarci, pronti a ripartire con nuove e buone idee”. (1 – continua)