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La cosa più urgente: la formazione degli educatori

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Ci sono realtà della Diocesi di Rimini che sono situate anche nelle Marche: è questo il caso dell’Unità Pastorale “La Trasfigurazione”, che corrisponde ad una vasta area comprendente parrocchie della provincia di Rimini e anche di quella di Pesaro-Urbino.
I sacerdoti vivono assieme, in fraternità, con fissa dimora a Tavoleto.
Don Alberto Pronti è colui che lavora con i giovani, quello che trascorre più tempo al loro fianco. Da settembre 2013 è iniziato questo cammino legato alla pastorale giovanile.
Un compito non sempre facile, soprattutto per le “siderali” distanze fra le varie realtà parrocchiali.
Con il don abbiamo parlato delle attività che già da tempo animano il territorio, ma anche dei progetti futuri utili a tenere sempre accesa la fiammella della fede nei ragazzi.

Quali sono le realtà, associazioni o gruppi?
“Mi sento di menzionare in primis l’Oratorio Don Bosco presente a Trebbio di Montegridolfo. Esso è legato alla figura di don Alessandro, prete faentino, e, a livello missionario, ha un forte collegamento con il Perù. Oltre al grest estivo e campeggi vari, il fiore all’occhiello dell’Oratorio è la continua raccolta di soldi, cibo, materiale e vestiti da destinare appunto in Sud America.
Da ottobre ad aprile, una volta al mese facciamo la Messa giovani, un momento di preghiera ma anche occasione per raccogliere di tutto e di più per la missione. Le raccolte sono finalizzate anche alla Caritas e al Campo Lavoro Diocesano.
Le Messe giovani sono itineranti e vengono fatte a Mondaino, Saludecio, Trebbbio, Tavoleto, Auditore, Casinina, Valle Avellana”.

Scout e Ac sono presenti?
“A dire il vero solamente lo scoutismo è ben radicato, mentre dell’Ac non c’è traccia. Nella nostra “politica del fare del bene” gli scout sono molto attivi e si coinvolgono molto. Il gruppo, chiamato Scout Alta Valconca, ha sede a Cerreto, località che fa da raccordo tra le realtà dell’Emilia Romagna e quelle delle Marche.
Quest’anno il clan parteciperà alle Messe giovani cui accennavo prima. Vedere come i gruppi si uniscano e vivano esperienze insieme è bellissimo.
Il week-end dell’8-9 ottobre ci sarà l’apertura dell’anno scout a Casinina, dunque in zona Marche: questo a dimostrazione di come cerchiamo di vivere l’Unità Pastorale anche con i giovani.”

Qual’è la situazione a livello nelle varie fasce d’età?
“Numericamente parlando si sorride di più nella zona Emilia Romagna. In linea generale comunque abbiamo un gruppo post-cresima, che va dalla 2° media alla 1° superiore, che si sta risollevando e che è seguito da don Tarcisio. Io mi occupo più da vicino dei ragazzi delle superiori e oltre, che non formano tuttavia un gruppo consolidato. Per il futuro ho intenzione di organizzare incontri tematici che possano attirare e far riflettere i ragazzi.”

Obiettivi su cui lavorare…
“Tema a dir poco urgente è quello della formazione degli educatori. Io spero che si possa affidare ad un sacerdote la cura personale dei futuri educatori. Viviamo in un’ Unità Pastorale che sta facendo un cammino, entusiasmante ma difficile: la zona Marche, a differenza di quella dell’Emilia, è meno abituata al discorso comunitario. Perciò diamo tempo al tempo e certamente raccoglieremo i frutti.
Tengo molto alle convivenze, esperienze che abbiamo già fatto ma che in futuro dovranno esser vissute con molta più profondità, magari trovando luoghi adatti e stimolanti.
Poi per quest’anno ho un sogno nel cassetto: andare nei bar per incontrare i giovani, conoscerli e capire i loro bisogni, una specie di evangelizzazione di strada. Si tratta di una sfida grande, ma che è necessario affrontare.”
Tommaso Mazzuca