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La coppia e il lavoro, la grande sfida

amiglia e Lavoro. Un tema estremamente complesso di cui si è sempre discusso, in ambito sociale, politico e religioso. Parlare di relazione tra vita familiare e vita lavorativa significa, al giorno d’oggi, analizzare non solo due orizzonti del vivere civile, ma anche le relazioni che scaturiscono e le problematiche che emergono in entrambi i campi.
Ad esaminare passo dopo passo l’evolversi della famiglia all’interno di un contesto, come quello attuale, basato sempre più sul lavoro e il consumismo, è il saggio Famiglia & Lavoro, opposizione o armonia? scritto a quattro mani dai coniugi Vera Negri e Stefano Zamagni e presentato dagli autori, in collaborazione con le Acli e la Cisl, alla Libreria Pagina di Rimini.
Prof.ssa Vera Negri Zamagni, docente di Storia Economica all’Università di Bologna, famiglia e lavoro è tema quanto mai attuale e complesso. Come lo avete sviluppato?
“Abbiamo cercato di approfondire la complessa relazione tra la vita famigliare e quella lavorativa. Negli ultimi due secoli, con l’avvento della rivoluzione industriale e il processo di emancipazione femminile, le cose sono cambiate profondamente. È il dualismo famiglia-lavoro ad aver veicolato l’idea che le politiche di conciliazione (di cui si parla già da diversi anni) dovrebbero limitarsi a mirare, da un lato, al miglioramento delle attività delle imprese, dall’altro ad accelerare il processo verso la liberalizzazione della donna dalla segregazione occupazionale”.
La conciliazione come avviene?
“Al termine conciliazione preferisco quello di armonizzazione responsabile. Oggi prevalgono forme di famiglia diversificate e l’accento spesso è posto sull’ autorealizzazione; tuttavia, anche da un punto di vista economico, solo la gratuità e la reciprocità nella relazione possono favorire l’armonia tra lavoro e famiglia, base necessaria per la costruzione di una corretta vita sociale. Non condividiamo la posizione di chi ritiene che i molti strumenti di conciliazione finora proposti e messi in pratica (congedi parentali, lavoro part-time, asili nido, banca delle ore, flessibilità orari, programmi buon rientro in azienda ecc.) debbano essere pensati solo per consentire alla donna che ha famiglia, di adattarsi alle esigenze dell’impresa. E tutto ciò al fine di accrescere la partecipazione femminile al mercato del lavoro”.
Dunque?
“Famiglia e lavoro sono due fondamentali ambiti di vita, ciascuno dei quali dotato di una propria specificità e di un proprio senso. È tempo di vita quello del lavoro e alla stessa maniera la vita familiare include una specifica attività lavorativa”.
Occorre quindi andare oltre una concezione puramente materialistica del lavoro?
“Si, il lavoro non è solo pena e alienazione e, per l’altro verso, bisogna smetterla di concepire la famiglia come luogo di solo consumo e non anche un soggetto produttivo per eccellenza, generatore soprattutto di quei beni immateriali (fiducia, reciprocità, beni relazionali, dono come gratuità) senza i quali una società non sarebbe capace di futuro”.
Come si può far strada nel mondo del lavoro senza rinunciare al ruolo genitoriale? Come si può organizzare il lavoro senza imporre regole troppo rigide nel contesto familiare?
“Per poter avere l’opportunità di lavorare, di esprimere la propria capacità, ci sono dei costi umani da mettere sulla bilancia; la voglia di esprimere la propria capacità organizzativa, per affermare la propria professionalità, ha dei tempi e dei costi in sacrificio, abnegazione, rinunce, ma ecco che, visto che la famiglia si crea in due, si scompongono in due anche i ruoli genitoriali, come è giusto che sia”.
Non le sembra che siano di più gli aspetti di opposizione che quelli di armonia nella coppia?
“Oggi, sicuramente, la famiglia è più in crisi che un tempo, ma non è sempre stato così. Per millenni lavoro e famiglia erano molto collegati, visto che la parola economia significava buon governo della casa. Il lavoro si faceva in casa e la famiglia era in casa. Era quindi naturale che le dinamiche del lavoro e della famiglia fossero collegate”.
Oggi quali possono essere allora le soluzioni?
“Ritornare a quell’armonia. Un ritorno che non può essere costruito in precedenza perché da un lato non si può pensare di far tornare i lavori in casa anche se alcuni mestieri lo stanno facendo. È opportuno compiere il tentativo di organizzare il mondo del lavoro in modo tale da permettere a tutti di lavorare, ma al tempo stesso occorre vivere le dimensioni della famiglia; per fare questo occorre riorganizzare al meglio, con soluzioni vantaggiose per tutti, il mondo del lavoro”.

Laura Carboni Prelati