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La banca dei nuovi poveri

L’anno scorso sono state 413 le famiglie riminesi aiutate con piccoli prestiti dalla Caritas diocesana, attraverso l’Associazione Famiglie Insieme. E il più delle volte i soldi sono serviti per far fronte alle spese per la casa, anticipare mensilità d’affitto, stipulare un contratto oppure per pagare bollette in arretrato. Ne parliamo con Renzo Cipriani, da cinque anni responsabile dell’Associazione di via Madonna della Scala, nata nel 1996 per sostenere economicamente persone in momentanea difficoltà.
Quello dell’abitazione – ci dice – è indubbiamente il problema principale delle persone che si rivolgono a noi. I nostri prestiti servono anche per far fronte a spese mediche, spese scolastiche, acquisto automezzi, oneri per ricongiunzioni famigliari ma la maggior parte delle richieste ha a che fare con i problemi della casa. E con un andamento in continua crescita se consideriamo che dai 430 mila euro distribuiti complessivamente nel 2010, siamo passati nel 2011 a 540 mila euro. Tre quarti di questi prestiti sono serviti per far fronte ad affitti scaduti, bollette in arretrato, mensilità anticipate per contratti di locazione.

Una situazione pesante. Voi come la spiegate?
Sul nostro territorio, il mercato immobiliare, specie dopo l’introduzione dell’euro, è diventato insostenibile per la maggioranza delle persone. Oggi gli affitti partono da un minimo di 600/700 euro mensili, anche per un appartamentino in un residence. Si tratta di cifre ingiustificate ed esorbitanti per famiglie in cui entra un solo stipendio che a fatica supera i mille euro. C’è poi da considerare che le situazioni di crisi della famiglia hanno ulteriormente aggravato il problema. Separazioni, nuove convivenze, nuovi alloggi da ricercare, nuove famiglie da mantenere. Il tutto sempre con quell’unico misero stipendio… Occorrerebbero politiche di sostegno da parte dello Stato per l’acquisto della prima casa perché con gli affitti che corrono oggi ci si potrebbero pagare le rate di un mutuo…

Chi sono le persone che si rivolgono all’Associazione e come cercate di aiutarle?
La povertà purtroppo non guarda in faccia nessuno e alla nostra porta bussano stranieri e italiani indifferentemente. Direi anzi che gli italiani costituiscono ormai la maggioranza, soprattutto tra i “nuovi poveri”: quelli che un lavoro ancora ce l’hanno ma lo stipendio non è sufficiente per affrontare il costo crescente della vita. L’altro giorno abbiamo incontrato 16 famiglie bisognose: 13 erano italiane e solo 3 straniere. Previa verifica del reale stato di necessità, come Associazione cerchiamo di aiutarle facendoci garanti per la concessione di piccoli prestiti (al massimo 2 mila euro) da parte di Eticredito, con tassi agevolati del 2,5 per cento. Le famiglie beneficiarie si impegnano a restituire il denaro nel giro di un paio d’anni, in piccole rate che concordiamo insieme in base alle loro possibilità economiche. E devo dire che, nonostante le difficoltà in cui si dibattono, la gran parte di queste persone riesce a mantenere l’impegno, con una quota di insolvenza che oggi si è ridotta al 20 per cento.

Per farsi garanti verso la banca occorre disporre di risorse. Da dove vengono le vostre entrate?
Da contributi e donazioni di varia natura. Le risorse 2012 sono ancora in via di definizione ma posso precisare le voci di entrata 2011: 40 mila euro ricevuti dalla Fondazione Carim, 30 mila euro dalla Caritas diocesana, 25 mila euro dal Comune di Rimini (nulla purtroppo dalla Provincia), 5 mila euro dall’Istituto San Giuseppe, 5 mila euro dall’Associazione “Figli del Mondo” e altri 5 mila euro da privati. Per un totale di 110 mila euro. Con questa cifra l’Associazione non concede prestiti direttamente (se non per piccolissimi importi) ma si fa garante nei confronti della banca, rimborsando eventuali rate non riscosse. Considerando che il tetto dei prestiti che la banca può concedere è di due volte e mezzo le disponibilità della nostra Associazione, è chiaro che se le entrate aumentassero, potremmo distribuire più aiuti.

Alberto Coloccioni