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L’inferno bianco

Un inferno. Una vera e propria apocalisse. Con decine e decine di persone completamente isolate per ore. Per giorni. Senza luce. Senza gas. Senza acqua. Costrette a sciogliere la neve. Intere famiglie murate letteramente in casa. Al freddo e al gelo. Gente obbligata a scavare veri e propri tunnel per rivedere il giorno. Persone che hanno usato la finestra come porta principale. Centinaia di volontari che per giorni e giorni, incessantemente, ventiquattro ore su ventiquattro, hanno scavato. Paesi sommersi. Frazioni sepolte. Scenari degni di The day after tomorrow il film del 2004 che raccontava l’alba del giorno dopo di una nuova era glaciale. Solo che qui è tutto vero. Nessuna finzione. Neve. Neve. E ancora neve. Da ogni parte. In ogni dove. Un vero e proprio inferno che ha messo in ginocchio l’intera provincia di Rimini costretta a chiedere lo stato di calamità.

Valmarecchia disastrata. I disagi maggiori si sono avuti in Valmarecchia dove la coltre bianca, in alcuni punti, ha superato addirittura i due metri di altezza provocando danni inimmaginabili. Tra Perticara e Sant’Agata decine di famiglie sono rimaste completamente isolate e per raggiungerle è stato chiesto addirittura l’intervento degli alpini che, ciaspole ai piedi e zaini in spalla, hanno superato il gigantesco muro bianco. Montebello, Torriana, Maiolo e San Leo hanno dovuto attendere più di 48 ore per vedersi aprire un piccolo spazio dove passare. A Pennabilli la neve ha completamente sommerso la piazza centrale mentre Verucchio, Villa e Poggio Berni sono rimasti senza luce a causa dei tanti alberi che cadendo hanno tranciato i fili dell’energia elettrica. Ma la situazione peggiore di tutta la vallata si è concentrata a Novafeltria dove il cielo ha rovesciato neve per oltre novantasei ore consecutive. E proprio il peso della coltre bianca ha fatto crollare il tetto della discoteca “Jolly” facendo scattare l’allarme per le tante coperture in legno della zona. Soprattutto per le stalle, molte delle quali hanno visto le assi cedere investendo e uccidendo diversi capi di bestiame. Un allevatore ha perso i suoi 50mila pulcini mentre un agricoltore è stato salvato dagli uomini della Protezione civile mentre vagava alla ricerca del proprio capannone. Più di quaranta le persone evacuate dalle varie frazioni e ospitate in alberghi e ostelli della vallata. Senza contare chi, vista la situazione, è riuscito a scappare e trovare rifugio da parenti e amici.

Valconca in ginocchio. Scene apocalittiche anche in Valconca dove in alcuni punti i cumuli di neve hanno superato i due metri e mezzo. I paesi più colpiti sono stati Gemmano e Montefiore, rimasti per giorni senza luce e completamente isolati dal resto della provincia. Solo l’intervento dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile ha permesso di scavare piccoli varchi per permettere l’accesso e soccorrere chi è rimasto senza cibo. A San Felice e San Gaudenzo, piccole frazioni di Montefiore, il Comune ha dovuto assistere diversi anziani rimasti completamente al freddo e al gelo. A Montescudo i carabinieri sono riusciti a sgombrare due appartamenti portando in salvo una coppia di anziani. Mentre a Cavallino, una famiglia che viveva in una roulotte è stata salvata dall’assideramento. Tantissimi i disagi anche a San Clemente e a Morciano dove alcuni anziani si sono rifiutati di lasciare le proprie abitazioni complicando le operazioni delle squadre di volontari.

Rubicone, che disastro! Scene di ordinaria follia anche nella valle del Rubicone dove i paesi più colpiti sono stati Roncofreddo e Sogliano. I mezzi anti neve non sono riusciti a rompere l’immenso muro bianco lasciando completamente isolati i due comuni. Sempre a Sogliano sono crollati tanti capannoni e tanti fienili. Più di venti le persone anziane prelevate da casa e portate presso la casa di riposo e soprattutto nella foresteria delle suore di clausura. A Roncofreddo la paura più grande è per decine di case isolate a Monte Bora e nelle vie Centenara, XXV Aprile e Selve. Molti cittadini hanno avuto vere e proprie crisi di panico perché si sono rese conto di non avere via di fuga. Anche Borghi si è ritrovata in ginocchio, qui l’allarme è per le crepe che si sono create in diverse case. La neve è caduta abbondante anche a San Mauro e Savignano, ma qui la situazione è rimasta sotto controllo.

Riviera risparmiata. Come nelle città sulla costa che hanno visto sì, abbondanti nevicate, con tanto di scuole chiuse, ma nulla più rispetto allo scenario apocalittico dell’entroterra.

Francesco Barone