L’identikit del povero “riminese”

    5.102 PERSONE hanno bussato alla porta delle Caritas nel 2007. La nazionalità più presente è quella romena. In aumento gli italiani. Il dato emerge dal V Rapporto sulle povertà, della Caritas diocesana di Rimini, presentato sabato 19 aprile, alla presenza del vescovo Francesco.

    I Centri di Ascolto
    in rete

    Delle 5.102 persone che si sono rivolte a una delle 12 Caritas in rete, presenti sul territorio diocesano, 3.027 non si erano mai rivolte alla Caritas. Si registra complessivamente un incremento di 1.024 unità, pari al 20%, rispetto all’anno precedente.
    Il V Rapporto sulle povertà della Caritas diocesana di Rimini mostra la fotografia di 27 Caritas parrocchiali. I dati presi in esame riguardano 12 Centri di Ascolto (i Centri in rete che servono più Caritas parrocchiali) dei quali sono stati confrontati i dati, tramite il sistema informatico di Caritas italiana. Questo ha permesso di conteggiare una sola volta coloro che hanno fatto accesso a più di una Caritas.

    1.197 persone sono romene, pari al 23,5% del totale, contro le 705 del 2006. Ai neocomunitari seguono gli italiani, passati da 818 a 859, con un aumento del 5% rispetto all’anno scorso.
    L’elevata presenza dei romeni, membri dell’Unione Europea dal 1 gennaio 2007, ha prodotto una riduzione del numero di irregolari. Le persone senza permesso di soggiorno sono scese da 1.909 unità del 2006 a 1.105. Territorialmente i romeni non si distribuiscono in maniera uniforme; risultano in maggior numero nei centri di Rimini, Riccione e Cattolica e in minor misura a Santarcangelo, Bellaria, Viserba e Misano.

    L’altra nazionalità prevalente fra gli stranieri è quella ucraina, per l’85% donne, pari a 653 persone. La maggiore presenza femminile (78,8%) si registra al Centro di Ascolto Caritas di via Vega. Dai dati dei 12 centri emerge che il 76% degli uomini ha un’età compresa tra i 25 e i 54 anni; più elevata è l’età delle donne: il 40% ha tra i 45 e gli oltre 75 anni. Provengono principalmente dai paesi dell’Est. Reddito, lavoro e abitazione sono i bisogni prevalenti delle persone che ogni giorno bussano alle porte dei Centri di Ascolto.

    Su un totale di 5.102 persone il 43,6%, pari a 2.226 unità, è coniugato; di queste 2.037 sono straniere. I celibi e nubili risultano essere 1.437, il 23% sono italiani.
    Un’ulteriore differenza tra italiani e stranieri riguarda lo stato di separazione: gli italiani sono il 15%, mentre gli stranieri, il 4%. È italiano il 72% degli uomini separati. Dal 2005 ad oggi è salito del 7,6% il numero di chi si è rivolto alla Caritas, nonostante abbia una condizione abitativa stabile. Si passa dal 33,1% del 2005 al 40,7%; la maggior parte è in affitto da privato (34,6%). Tra gli italiani, il 56% ha dichiarato di avere gravi difficoltà abitative: il 32% ha un domicilio di fortuna, il 20% è privo di abitazione, altri dormono in macchina o in case abbandonate.
    Il 68,5% risulta disoccupato; condizione nella quale si trovano 3.494 persone su 5.102. Tra queste 297 italiani hanno un’età compresa tra i 35 e i 54 anni.

    Pagina a cura di Letizia Rossi e Isabella Mancino