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Io, Sorella Povera di Santa Chiara

“Non ho deciso io la vocazione, piuttosto è la risposta ad una chiamata. L’iniziativa è di Dio”. Chiara Casadei non fa giri di parole, per spiegare il come e il perché una ragazza di 35 anni, appassionata di musica e laureata in Lingue, scelga l’abbraccio totale e definitivo del Signore, nell’esperienza della clausura. Sabato scorso, infatti, Chiara nel Santuario della Beata Vergine delle Grazie, a Pennabilli (a causa di lavori di restauro la chiesa delle clarisse di Sant’Agata Feltria è inagibile) è diventata suor Maria Chiara del Verbo fatto carne. Ovvero, dopo un cammino durato nove anni, ha emesso davanti al vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Luigi Negri, la professione solenne delle Sorelle Povere di Santa Chiara di Sant’Agata Feltria.
35 anni, riminese doc, Chiara è figlia primogenita di Gabriele Casadei (segretario della Fondzione Giovanni Paolo II di San Marino) e Anna Zangari. Dietro di lei, due fratelli: Nicola, 30 anni, e Silvia, sposata e madre di due bambine. Cresciuta all’interno dell’esperienza di Comunione e Liberazione incontrata dai genitori (anche se deve il suo nome all’incontro di mamma e papà con don Agostino Amadori e il Movimento dei Focolari, di cui porta appunto il nome della fondatrice, Chiara Lubich), Chiara appassionata di musica, suona pianoforte e chitarra (da clarissa si cimenta anche con la cetra), e insieme al maestro Ilario Muro fonda il coro della parrocchia di Gesù Nostra Riconciliazione “Jubilate Deo”.

“Ma ancora non era tranquilla, sempre irrequieta, alla ricerca” annota il padre. Frequenta il liceo classico delle scuole “Il Cammino” e inizia un percorso con padre Gianfranco presso i frati di Santo Spirito, fino a ricoprire incarichi regionali nella Gifra, la Gioventù Francescana. Durante il pellegrinaggio estivo che porta a piedi ad Assisi pernotta a S. Agata Feltria. “Ho preso atto che nella mia storia quel luogo era un punto fermo” dichiara suor Chiara. Campeggi estivi, gite scolastiche, uscite domenicali: in tantissime di queste occasioni, S. Agata era un approdo costante. “E così quando ho deciso di rispondere sì alla chiamata del Signore, la scelta del posto ha seguito naturalmente la storia”.
In camera aveva appeso da anni, tra i poster dell’adolescenza e le fotografie, una frase del profeta Osea: “Ti farò mia sposa per sempre… e tu conoscerai il Signore”. Sotto, vi aveva aggiunto di suo pugno una frase di un canto molto in voga in parrocchia, “Il Disegno”: “Avevi scritto già la mia vita insieme a te”.

“Chiara era volubile, nutrivamo qualche preoccupazione, invece ci ha stupito” ammette babbo Gabriele, assecondato da mamma Anna. La scelta della clausura è maturata anno dopo anno, ma alla fine per sposarsi con Gesù ha persino accorciato la tesi di laurea. Iscritta a lingue, grande appassionata di Dostoevskij, suor Chiara si è recata a San Pietroburgo ma la chiamata è stata più forte e così ha cambiato in corsa l’argomento della tesi (“Le donne nel matrimonio e nella famiglia russa”) accorciando di un anno la permanenza in Russia. Il 18 novembre 1999 Chiara sventolava la laurea, un mese dopo faceva il suo ingresso tra le Sorelle Povere. E al padre che domandava: “Va bene il monastero, ma perché proprio la clausura?”, suor Chiara rispondeva:“non posso pensare a compromessi col Signore: o tutto o niente”.

Paolo Guiducci