In salotto tra tappeti, pitoni e boa

    Il cane è sempre il miglior amico dell’uomo, e il gatto resta comunque l’antistress più naturale del mondo. Si sa, però, che la questione animale è più variopinta, spesso motivata dalla voglia di avere vicino un personaggio diverso, come l’iguana Aldo che arrostisce sotto la sua lampada o il boa Ringhio che probabilmente tifa Milan, e non Inter. Battute a parte, avere in casa animali esotici ultimamente è diventata una vera e propria mania.
    “I più venduti in assoluto sono sicuramente i pesci tropicali – spiega Marcello Emanuelli, titolare dello Zoogarden –perché in media il costo è contenuto e l’accessibilità piuttosto alta. Basta disporre di un normale acquario d’acqua dolce, con i filtri e il sistema di riscaldamento che tenga la temperatura idrica sui 26-28 gradi. Alcune specie costano solo 1 euro, il più costoso è il Discus, che misura 14 centimetri e si aggira sui 300 euro.
    Un migliaio, le specie vendute al mese, perché effettivamente questo tipo di animale non è per niente impegnativo. I criteri di scelta, al di là delle preferenze sul tipo, tengono sempre presenti il prezzo, l’attrezzatura conseguente, la pericolosità, la crescita del soggetto. Ecco perché le iguane, dopo un periodo di boom, adesso sono passate di moda.
    “Il problema è che adesso tutti sanno che un’iguana dopo 5-6 anni diventa lunga 2 metri, con tutti gli annessi e connessi del caso. Le iguane sono simpatiche e mansuete, ma hanno bisogno di vivere in apposite teche riscaldate e munite di lampade, una a raggi UVA e l’altra a raggi UVD: il costo della teca aggira sui 200 euro per un esemplare appena nato, mentre l’esemplare costa solo 30 euro. Ma quando cresce la teca potrebbe non contenerlo più: inoltre le iguane mangiano un misto di verdura e frutta, e lo fanno continuamente. Insomma, non sono propriamente semplici da mantenere”.
    Ecco che allora ci si sposta verso il rettile più accessibile del mondo, il famoso Pogone o Drago Barbuto.
    “Un sauro australiano molto docile e venduto tantissimo in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti, perché molto adatto ad esempio ai bambini. Misura al massimo 30 centimetri, assomiglia ad una lucertola e costa sui 50 euro”.
    Per chi non ha paura di niente, in senso economico e logistico si intende, ecco che potrebbe scattare il momento dei serpenti, tipo boa o pitone.
    “Ne vendiamo diversi, qualche decina al mese anche se col cliente ci teniamo a precisare che qui non si tratta di un libro o un cd, che lo ascolti e lo metti via. Questi rettili vanno curati, tenuti in apposite teche e lasciati liberi solo se controllati perché altrimenti, se si nascondono, non li si può trovare più per diverso tempo”.
    Un boa, in media 3 metri e mezzo di lunghezza, va dai 150 ai 200 euro, un pitone baby (1 metro se appena svezzato) dai 50 ai 100 euro.
    “Non creano nessun problema, se ne stanno buoni e mangiano pure di rado. Quando mangiano, però, necessitano di prede vive, più che altro topi e ratti nei primi mesi di vita, mentre a lungo andare possono mangiare anche dei conigli…”.
    I più impressionabili, forse, è meglio che si rivolgano verso un altro esemplare che va per la maggiore: le tartarughe baby, quelle che costano 9-10 euro e sono facilmente gestibili. Anche loro necessitano di appositi acquari con sistema di ri-circolo dell’acqua, ma il prezzo dell’attrezzatura, in questo caso, si aggira sui 50 euro per cui le spese sono contenute.

    Matteo Peppucci