Home Editoriale Immigrazione, è tempo di proposte concrete

Immigrazione, è tempo di proposte concrete

Il tema profughi e rifugiati ha messo in crisi la solidarietà europea, nonostante solo il 0,1% dei rifugiati abbia tentato di arrivare in Europa, quando oggi abbiamo oltre 68 milioni di rifugiati nel mondo. L’Europa si arrovella per cercare soluzioni ma le proposte fino ad ora sul tavolo sono insufficienti, spesso disumane.Esternalizzazione delle frontiere, muri, filo spinato, leggi restrittive, centri di detenzione che violano la dignità e le libertà fondamentali della persona, spogliando la persona dei suoi diritti in nome della sicurezza. Tutto questo negli ultimi 25 anni ha fatto crescere le vie illegali, il traffico di esseri umani e di organi. I governi europei devono ricordare che il diritto dei deboli non è un diritto debole! Quindi bisogna trovare soluzioni che non violino i diritti dei migranti e rifugiati. La nostra proposta è:
1. Prevenzione: difendere il diritto a non essere migranti forzati da cause come guerre, dittature, persecuzioni e cambiamento climatico etc… quindi prevenzione nei paesi di origine evitando conflitti, violazioni dei diritti fondamentali dei cittadini, democratizzando maggiormente i paesi di origine.
2. Protezione: bisogna individuare i paesi di transito che stanno accogliendo maggiormente profughi e rifugiati senza chiuderli in campi profughi in zone depresse, e che lasciano libertà di movimento e di inserimento nella società come il caso di Uganda e Etiopia che offrono il diritto allo studio e lavoro a profughi arrivati da paesi vicini; investire risorse per creare le condizioni dignitose di vita in questi contesti, creare lavoro, infrastrutture e rafforzare le istituzioni democratiche di questi paesi.
3. Accoglienza/Integrazione: servono accessi legali per richiedenti asilo e migranti lavoratori; usare gli strumenti già previsti per legge oggi, rilascio di visti umanitari, approntare programmi di reinsediamento di rifugiati, facilitare i ricongiungimenti famigliari, istituire la figura dello sponsor come in Canada, offrire borse di studio, corridoi umanitari. Per i lavoratori, aprire ingressi e visti di lavoro o per ricerca di lavoro dando precedenza ai paesi più poveri del pianeta.
Queste proposte sarebbero d’aiuto per la sicurezza di chi fugge da scenari di persecuzioni e di guerra, ma anche per chi accoglie profughi; se arrivano con visti regolari si evita di arricchire criminali e trafficanti. Abbiamo bisogno che gli stati membri dell’Unione Europea facciano ogni sforzo possibile per trovare soluzioni più umane e rispettose della dignità umana.

Padre Mosè Zerai – sacerdote eritreo, fondatore dell’agenzia di informazione Habeshia