Home Attualita Il povero, via di conversione

Il povero, via di conversione

non per loro, ma con loroÈ  importante farsi promotori della cultura della condivisione diretta con i poveri, dove in primis viene riconosciuta la dignità di ogni essere umano, inteso come portatore della grazia di Dio.
In quest’ottica i poveri non sono persone da accudire e assistere, ma diventano uomini e donne da conoscere e incontrare. La nostra Chiesa non è chiamata principalmente a risolvere i problemi di povertà materiale delle persone, abbiamo bisogno di incontrare i poveri perché attraverso questo incontro avviene la nostra conversione e l’apertura del cuore alla evangelizzazione della nostra vita individuale e comunitaria.(…)
Occorre ricordare che nel nostro territorio esistono le svariate povertà. Ritroviamo:
il forte disagio familiare e il senso di insicurezza, spesso collegato a situazioni di irregolarità o separazione coniugale difficile e dolorosa per l’intera famiglia.
Situazioni economiche e lavorative difficili per i lavoratori precari o disoccupati, con grosse difficoltà ad essere assunti o a trovare un lavoro adatto alle loro esigenze. Troppo numerosi sono i giovani che vivono nella condizione di sottoccupazione o di disoccupazione.
•  In gran numero sono i giovani/ adulti dipendenti da droghe, dall’alcool, dal gioco d’azzardo, dai mezzi cibernetici… spesso collegati ad una forte senso di solitudine e disperazione.
Gli anziani sono autentiche “periferie” di oggi. Sono più di 54 mila in provincia; vivono nelle famiglie e, più di mille, nelle strutture pubbliche e private, (34 nella Provincia). (…)
Numerose famiglie di immigrati hanno chiesto accoglienza e sostegno ai nostri territori, così come la numerosa presenza di profughi ha scosso la coscienza di numerose parrocchie e associazioni, che hanno attivato varie collaborazioni per promuovere l’accoglienza e la presa in carico.

RISORSE E STRUMENTI
La nostra Diocesi è ricca di sensibilità e iniziative, provenienti dal mondo delle parrocchie e dell’associazionismo.
C’è molta ricchezza sotterranea, sconosciuta ai più.(…)
Sono già attivi ed efficienti i centri Caritas – centri di ascolto – mense – centri di solidarietà – Banco alimentare – Distribuzione di vestiario, di pacchi alimentari per molte famiglie in difficoltà – Pagamento di bollette e delle spese scolastiche a famiglie indigenti – mercatini – Lezioni private gratuite per studenti con lacune scolastiche – accoglienza di immigrati e istruzione/formazione (per es. Casa Betania) – servizio ai barboni e condivisione diretta con i Senza- Tetto della Capanna di Betlemme – Unitalsi nel sostegno ai disabili anche con un servizio di trasporto – Centri di Aiuto alla Vita- aiuto alle prostitute facilmente ricattabili con credenze e paure ancestrali (Vudù) – accoglienza di gruppi cinesi – alfabetizzazione, inserimento.

Si riconosce onorevole tutto l’operato del “Fondo per il Lavoro”, che ha facilitato l’inserimento di persone nel campo del lavoro. (…)
Si ritiene un atto di giustizia la scelta di incrementare il commercio di <+nero>prodotti calabresi dei terreni confiscati alla “Ndrangheta”.
Gli “Amici di Lazzaro” sono un gruppo che ricorda la sofferenza delle persone con disabilità, essi operano per promuover la cultura della condivisione con gli ultimi.
Dona il tempo” è la disponibilità data da alcuni che regalano le proprie ore a favore di persone in forte difficoltà nelle proprie case. (…)
Sono numerose le iniziative che promuovono l’integrazione degli immigrati (per es. Festa dell’ Unità dei Popoli, Tornei di calcetto con giocatori di diverse etnie, Scuola di italiano per i migranti,  momenti di condivisione culturale per giovani: musica, danza, teatro…) che hanno avuto come seguito una buona attivazione di un percorso di conoscenza reciproca, di incontro e di avvicinamento. (…)
Negli anni si è assistito ad un buon incremento di iniziative per il Natale Solidale, per influenzare le dinamiche commerciali con i valori del sostegno alle persone in difficoltà.
L’Emporio Solidale è nato dalla collaborazione di istituzioni e soggetti del volontariato. Ha lo scopo di permettere la spesa alle famiglie più bisognose, attivando in loro la dignità dell’essere attivi e propositivi negli acquisti quotidiani, con procedure di pagamento alternativo al denaro..
Il Progetto del Micro-Credito ha attivato una nuova cultura, spostando il centro dall’assistenza alla progettazione di condizioni migliori di vita.
Il Centro Educativo per figli di immigrati, che richiedono un accompagnamento nei compiti scolastici, permette l’incontro con le famiglie e può diventare una valido passo per l’integrazione degli stranieri.
La ristrutturazione della Casa della Giovane permetterà l’ospitalità di rifugiati, e al tempo stesso l’accoglienza di gruppi classe per la promozione dell’educazione sociale degli studenti italiani.
L’Evangelizzazione in carcere e la collaborazione con le varie Case per Carcerati (Madre del Perdono, Madre della Riconciliazione..) permette di rompere le catene che limitano le relazioni umane e apre il cuore della persona ad un possibilità di cambiamento.
La forte attività del Movimento per la Vita permette di proteggere i bambini nella fase più delicata della loro vita.
Il Campo Lavoro Missionario è l’esperienza significativa, scelta da numerose persone di buona volontà, anche da coloro che normalmente non frequentano luoghi abituali della parrocchia o delle associazioni. (…)
Sono attivi progetti di gemellaggio tra parrocchie italiane e in terra di missione, che prevedono sostegno economico e scambio di esperienze giovanili.
Per promuovere varie occasioni di incontro tra i giovani e i poveri nelle situazioni difficili,  i “Campi fuori le mura” permettono la condivisione diretta con le persone che vivono situazioni di forte emarginazione, poveri che vivono sulla strada, negli istituti, nelle carceri, oltre le mura delle città, del benessere.

LINEE D’AZIONE
(…) Si avverte l’esigenza di un luogo sinodale in cui vedersi periodicamente per una buona formazione, per un ascolto vicendevole, per un confronto e per mettere in rete progetti ed esperienze. (…)
Creare comunità coinvolgendo tutti, a partire dai poveri e dagli emarginati non è semplice, né naturale. Spesso si cade nelle difficoltà, nelle paure, nei pregiudizi che possono bloccare ogni iniziativa suggerita dallo Spirito Santo. Occorre avere strumenti formativi alla condivisione diretta, alla vicinanza al diverso e allo straniero, a strategie di ricerca di nuove modalità di lavoro, di vicinanza ai poveri, ai giovani soli e lontani..
È utile pensare a strumenti di sostegno per gli operatori che sono a stretto contatto con le situazioni disperate. (…) Si riconosce utile un operare con paternità, sorpassando l’assistenzialismo per progettazioni verificabili e interventi permanenti. Scegliere PICCOLI CENTRI di intervento permanente, non rispondendo esclusivamente all’emergenza, ma cercando il bene nelle precise situazioni: per es. nuclei abitativi di sostegno a famiglie povere, con malati o disabili gravi, in collegamento con la legge del “Dopo di Noi”. Proposta di inclusione di famiglie Sinti o Rom in piccoli centri di formazione al lavoro, all’artigianato, alla danza.
Sarebbe compito del Consiglio di Pastorale Diocesano dare indicazioni di priorità pastorali per tutte le parrocchie, verso la rimozione delle cause che creano le ingiustizie. (…)
Fondamentale la collaborazione fra i vari Enti: Comuni. Regioni, Province, Associazioni, Movimenti, Parrocchie… occorre lavorare in sinergia.
L’ Osservatorio Permanente delle Povertà va promosso e sostenuto, usato come punto di partenza nelle parrocchie, in rete con le istituzioni ed associazioni competenti pubbliche e private, per una mappa sempre aggiornata dei bisogni emergenti. (…)
Avviare percorsi di incontro e di avvicinamento attraverso il dialogo con gli stranieri, a partire dalle donne, che al momento hanno dimostrato una maggiore accoglienza e apertura.
Riguardo al confronto con le altre confessioni, occorre avere una chiara identità della nostra Chiesa Apostolica (…) Occorre adoperarsi per un sano processo di integrazione, superando chiusure, paure.
Favorire in ogni modo la ricerca del lavoro, che riconsegna dignità all’ uomo.
Farsi promotori di percorsi educativi che accompagnino verso un consumismo responsabile, sistema che può rimuovere le cause della indigenza.
Avere la convinzione che occorre uscire dalle mura dei luoghi protetti della parrocchia per accedere alle case, alle famiglie, portando non solo i beni primari (per esempio spesa), ma favorendo l’incontro attraverso le benedizioni delle famiglie, la comunione dei malati, la visita agli anziani e alle persone sole, creare comunità con le famiglie in occasione del secondo annuncio (…)
Occorre aggiungere strumenti di promozione della cultura della solidarietà, in modo da contrastare la conoscenza di informazione soprattutto televisiva che spaventa, che crea tensione nelle persone e crea steccati e barriere nei confronti degli stranieri, dei poveri, dei diversi.
Approfondire la collaborazione con l’Università a Rimini per ricerche nel campo della povertà e del lavoro.
Si evidenzia la necessità di promuovere alla Diocesi un Sinodo sull’ Immigrazione, con il desiderio di convertirci e formarci spiritualmente e socialmente su questo tema attuale, non più emergenza, ma situazione problematica strutturata.
È utile una forte promozione di liturgie domenicali da vivere con i poveri che interagiscono nella celebrazione, garantendo loro un ruolo attivo e propositivo“Preghiamo con i poveri e non per i poveri”.
Proporre alle persone in discernimento vocazionale di fare lunghi periodi di vita spesa nella condivisione diretta, come strumento privilegiato di incontro con il Signore.

Occorre riprendere e approfondire la proposta del Papa riguardo gli immobili delle nostre parrocchie: non solo mettere a disposizione, ma creare una rete, che coordina e gestisce.
È necessario arricchire e aggiornare il sito Web della nostra cara Diocesi con tutte le informazioni sulle realtà parrocchiali, associazioni, movimenti, istituzioni.
A livello pastorale è utile un maggior coinvolgimento di diaconi e di famiglie cristiane, affinché i parroci possano dedicarsi maggiormente all’ascolto del povero, del malato, dell’anziano.(…)

Leggi la versione integrale del documento