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Il “Monastero Invisibile”

Al posto del tradizionale “toc toc”, bussare qui significa compilare un modulo scarno e dare le proprie generalità. Una volta entrati, continuare ad abitarlo è semplice: basta un po’ di buona volontà, una frequentazione settimanale di dieci, quindici minuti, anche senza muoversi dal posto in cui ci si trova. Non è fantascienza ma il “monastero invisibile”, una casa che ospita la catena di preghiera per le vocazioni sacerdotali che il vescovo mons. Francesco Lambiasi ha lanciato sulla scorta del passo evangelico: “Vegliate e pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe”.
Come funziona il “monastero invisibile”? La proposta è lineare: dedicare ogni giovedì un tempo di preghiera per ottenere da Dio il dono di vocazioni sacerdotali per la Chiesa locale, costituendo così una sorta di monastero invisibile che innalza concorde a Dio la propria preghiera. Si tratta di un impegno che può essere vissuto da tutti: giovani e anziani, sani e malati, singoli e famiglie. “Gesù lo ha detto chiaramente: «se due o tre sulla terra si accorderanno per chiedere qualcosa nel mio nome il Padre la concederà». – fa notare il rettore del Seminario diocesano, don Andrea Turchini – Come non potrà rispondere Dio se gli chiediamo con fede, ciò che lui stesso ci ha comandato di domandare nella nostra preghiera?”.
L’unica formalità da espletare per diventare cittadini del “monastero invisibile” è la compilazione di un modulo apposito: ad oggi sono circa 500 le persone che hanno risposto per lettera, via fax ma anche attraverso internet, all’invito orante. “Perlopiù si tratta di adulti, e di donne – prosegue don Turchini – ma non mancano i giovani che utilizzano di preferenza il web”.
A proposito di nuove tecnologie, per non lasciare intentata alcuna strada, il modulo di iscrizione a breve sarà compilabile direttamente su internet, e tra due mesi sempre sul web sarà scaricabile il periodico “Vita del Seminario” (spedito gratuitamente in versione cartacea ad un indirizzario di 1.600 persone) che contiene mensilmente la traccia proposta per la preghiera comune a favore delle vocazioni.
Ad occuparsi dello schema di preghiera sono don Cristian, il direttore dell’Ufficio di Pastorale Giovanile, e don Vittorio Metalli, padre spirituale del Seminario. La preghiera del monastero si sviluppa sul Vangelo del giovedì: dopo un’introduzione, è proposta un’intenzione particolare, poi il commento al passo evangelico del giorno e infine una preghiera finale.
La preghiera – proposta con grande passione dal vescovo Francesco – può essere vissuta da casa, sul luogo di lavoro, in ospedale, al parco, e nel tempo che ciascuno ritiene opportuno, come una catena tanto più necessaria perché “la messe è grande e gli operai sono pochi”.

Paolo Guiducci