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Il divo divano

Egregio signor motivatore Antony Robbins.
Penso che sia stata una bella cosa per Rimini che lei ci abbia scelto per uno dei suoi seguitissimi e richiestissimi seminari sulla motivazione personale. Anche se la cosa, non ce ne voglia, a molti non toglieva il sonno.
Invero, un po’ ce lo ha tolto quella sera di venerdì quando la sessione di passeggiate sui carboni ardenti, accompagnata da musica tribale sparata a tutto volume da potenti casse, ha tenuto svegli migliaia di riminesi fino alla mezza.
Sia chiaro, non vogliamo certamente mettere in discussione i suoi metodi motivazionali.
Anzi, l’aria calda sputata fuori dalla fiera per mantenere dentro la temperatura a lei gradita, 16 gradi, ha contribuito a sostenere il tepore settembrino.
Sappia però che per il lavoratore medio esistono anche altre motivazioni: la certezza, ad esempio, che alla fine di ogni dura giornata di lavoro ci sarà sempre un divano pronto ad accoglierlo, spaparanzato senza ritegno, e ad accompagnarlo nel dormiveglia pre-letto, con un occhio aperto e uno chiuso davanti alla tv (nel caso di certi talk show, anche tutti e due chiusi).
Certo, lei si preoccuperà più del suo pubblico pronto a pagare fino a 3.500 di euro per sedere nelle prime file, piuttosto che del lavoratore di cui sopra, che per quella cifra dovrebbe lavorare tre mesi. Ma anche il sornacchio sul divano va trattato col massimo rispetto: quello, citando un celebre spot, è il nostro posto in prima fila.