Home Vita della chiesa “Guardava gli altri con gli occhi di Dio”

“Guardava gli altri con gli occhi di Dio”

Per rispondere alla voce e all’invito che aveva sentito nel cuore, Carla aveva “scelto” il proprio cammino ed era partita per entrare nel convento delle Orsoline. Ma non sempre le nostre strade sono le Sue strade… Da Scanzorosciate è costretta per diverse ragioni a tornare a Torre Pedrera.
Non si ferma a chiedersi sterili “perché”, ma si abbandona fiduciosa alla volontà di Dio:
Anima mia, non mormorare… il posto che hai è quello che ti ci vuole, perché è il posto che Iddio nella sua provvidenza ha scelto e preparato per te.
In questo posto, dove Dio ti ha voluta, hai tutte le grazie per santificarti; altrove non le avresti. Non basta, anima mia, vivere rassegnata, là dove Dio ti ha seminata, piantata o trapiantata bisogna vivere felici e rendere felici gli altri.
Fiorire, anima mia, è mostrarti felice di quello che vien fatto per te. È saper ringraziare per il più piccolo servizio ricevuto. Felice anche per gli aiuti che sei chiamata a dare agli altri, senza nemmeno riceverne ricompensa umana. Fiorire è dire a tutti quelli che ti circondano, con parole e con aria semplice e disinvolta e con viso raggiante: “Sto bene vicino a voi”.

Con questa disposizione d’animo, scopre la sua “piccola via” verso la santità e si impegna a realizzare la sua vocazione a servizio della parrocchia, che sente comunione fraterna, luogo nel quale si può incontrare Gesù, a dispetto di una quotidianità per nulla entusiasmante.
L’unica presenza laicale in parrocchia, negli anni prima del Concilio Vaticano II era l’Azione cattolica. Vissuta come collaborazione dei laici all’apostolato gerarchico della Chiesa si impegnava nei più diversi settori, dalle iniziative dell’oratorio, al servizio liturgico, alla catechesi dei bambini, dei giovani e degli adulti.
In questa associazione Carla trova lo spazio per la sua testimonianza e il suo “servizio”, a favore delle bimbe più piccole, quelle che venivano chiamate allora “beniamine”.
I suoi compaesani la vedono correre instancabile e sempre sorridente, ora per recarsi in chiesa a pregare, ora per raggiungere il negozio di frutta e verdura gestito dalla sua famiglia, ora nel laboratorio di sartoria, fino a giungere a sera, stanca, ma felice di avere amato tanto, in particolare ognuna delle sue bambine che considera le sue piccole figlie spirituali. Con esse infatti trascorre tanto tempo, sia nelle adunanze di AC, ma anche nel gioco, nell’ascolto, per dare un consiglio fraterno o lenire qualche piccola delusione.

Ancora oggi, dopo tanti anni, è rimasto vivo in chi l’ha conosciuta il ricordo di una persona sempre amabilmente attenta agli altri. Durante la festa del tesseramento della Azione cattolica, svoltasi a Torre Pedrera l’8 dicembre scorso, più di un “bambino” di quegli anni ha dato una testimonianza commossa e coinvolgente.
Vivendo l’impegno in parrocchia Carla intuisce che la Chiesa non si costruisce se non sulla Eucaristia. È l’Eucaristia che fa la Chiesa. E non ci può essere Eucaristia senza sacerdote. È il sacerdote, infatti che, mediante la continuità ininterrotta della successione apostolica nella quale è inserito attraverso l’ordinazione, è legato all’unico sommo ed eterno Sacerdote. È solo lui che può agire “in persona Christi”.
Per questo Carla non può non accompagnare la propria attività con una premura particolare e una preghiera intensa per i sacerdoti, disposta a offrire per loro anche la vita:

Il sacerdote, per me è un uomo senza un volto e senza un nome perché lui ha il volto ed il nome di tutti: un uomo senza un cuore perché ha soltanto le sofferenze e le angosce degli uomini suoi fratelli e nel suo batte il cuore di Cristo: un uomo senza interessi e prospettive perché le sue, sono quelle di Gesù: senza intelligenza e senza una sua parola perché quanto pensa o dice, tutto in lui riporta il pensiero e la Parola di Dio … ma se lui si perde, chi si salverà? ma se lui cade chi si reggerà? ma se lui non ama e non si sacrifica per le anime chi sarà capace di farlo?
Signore, non sono che una piccola betulla battuta dal vento, una fioca lucciolina che vaga nelle stellari notti agostane più piccola di una lacrima: appena un gemito da neonato … Signore, ho solo questo mio cuore pieno di te che sei l’infinito. Ti offro questo, perché tu protegga i tuoi sacerdoti. Signore per i tuoi sacerdoti: eccoti tutta la mia vita. Se vuoi una vittima di riparazione per le loro cadute, per le loro infedeltà, per quello che non fanno e che dovrebbero fare, per quello che fanno e non dovrebbero fare, Signore serviti di me per riparare.

Quando, finalmente, incontra ed entra a far parte dell’istituto secolare delle Ancelle Mater Misericordiae di Macerata, Carla trova un nuovo impulso e un aiuto ad approfondire la sua spiritualità per continuare il suo apostolato di presenza e testimonianza nel mondo, per continuare ad essere lievito nella piccola comunità parrocchiale di Torre Pedrera. Ad essa rimarrà sempre legata e per essa continuerà ad adoperarsi in mille iniziative, riuscendo, con la passione, che infonde nelle cose, a «trasformare l’ordinario in straordinario».
Cinzia Montevecchi