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Governo, la crisi è servita

La crisi era stata preannunciata e lunedì si è consumata. A servirla è stata Alleanza Popolare che, alla consueta riunione del Congresso di Stato, ha annunciato il ritiro della delegazione. Un ritiro però, non immediato, ma successivo all’approvazione delle quattro leggi che sarebbero state discusse già a partire dal pomeriggio, antiriciclaggio su tutte.
L’accusa di Ap è principalmente rivolta al Psd, reo di essere stato la causa dell’immobilismo che San Marino ha subito in questi ultimi 10 mesi. Non sono mancate poi accuse personali tra i vari segretari, in particolare Tito Masi ha criticato Fiorenzo Stolfi, per la recente convocazione di tre giudici riguardo ad una rogatoria internazionale sul caso Asset Banca. Una goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno. La tornata consigliare che si è aperta ha subito avuto un aspetto surreale, con i partiti di maggioranza che si sono accusati reciprocamente di irresponsabilità politica durante un momento delicato per il paese e un’opposizione blanda che si è limitata a qualche colpetto mirato.
Ma cosa c’è all’orizzonte? Un nuovo governo che vede praticamente tutta l’opposizione, capeggiata dalla Dc, e che vanta l’appoggio anche di Ap e probabilmente di Su. Psd e i DdC diventerebbero quindi partiti di minoranza. Previsioni di durata del nuovo esecutivo? Un solo anno, giusto il tempo di completare un unico obiettivo: ricostruire il rapporto con l’Italia, poi tutti al voto, con nuove elezioni già in tarda primavera.

Alessandro Del Bono