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Gnassi: “L’educazione comincia dall’informazione”. No ai tagli

Rimini,30-05-2011:Rimini Elezioni ammnistrative Andrea-Gnassi eletto sindaco festeggia con i suoi elettori dalla finestra del suo ufficio elettorale ©Riccardo Gallini_GRPhoto
Rimini,30-05-2011:Rimini Elezioni ammnistrative Andrea-Gnassi eletto sindaco festeggia con i suoi elettori dalla finestra del suo ufficio elettorale
©Riccardo Gallini_GRPhoto

 

Sul tema del pluralismo dell’informazione e sull’assalto all’arma bianca che una parte della classe politica sta portando alla “piccola” stampa del territorio, scende in campo il sindaco di Rimini. Andrea Gnassi ha preso carta e penna (e poi il mouse) per intervenire a fianco del settimanale il Ponte (ma anche del Corriere Romagna) “e di tutte quelle realtà editoriali che ogni giorno fanno sacrifici per andare in stampa”.
Mentre a Roma c’è chi vorrebbe procedere allo smantellamento della nuova legge sull’editoria, che può vantare un’assoluta trasparenza e rigore nell’attribuzione dei contributi pubblici, votata appena due anni fa e appena entrata in vigore, il primo cittadino di Rimini dice la sua circa il valore della stampa, e della stampa del territorio. “I giornali educano la cittadinanza alla conoscenza, allo sviluppo di un senso critico, alla consapevolezza della realtà in cui si è immersi. Educa a essere cittadini migliori”.
Di seguito, l’intervento completo del sindaco di Rimini.

Gentile direttore,
questa città nel corso degli ultimi anni ha impostato il proprio percorso di sviluppo e rinascita su un pilastro, quello della promozione della cultura, attraverso la valorizzazione del nostro patrimonio artistico, storico, architettonico. Una scelta forte, che ha consentito di riaccendere in città quel fermento e quella propensione verso la bellezza mai sopito, ma talvolta addormentato o schiacciato. Così come un teatro o un museo può stimolare la fame di sapere e di bellezza, allo stesso modo i giornali educano la cittadinanza alla conoscenza, allo sviluppo di un senso critico, alla consapevolezza della realtà in cui si è immersi. Educa a essere cittadini migliori. E l’educazione, per essere tale, non può che cominciare dall’informazione, dal sapere.

Così come uno spettacolo a teatro può strappare applausi o annoiare, così come un dipinto può affascinare o lasciare interdetti, allo stesso modo, seppur con forme diverse, la lettura di un quotidiano può creare curiosità e interesse, far arrabbiare, indignare, sorridere, ma in ogni caso apre al coinvolgimento e alla partecipazione. L’informazione ha un ruolo fondamentale nell’educazione civica della cittadinanza e non è un caso se la libertà all’esercizio di questo diritto sia tutelato in maniera inequivocabile dalla Costituzione. I tagli del fondo dell’editoria prospettati dall’attuale Governo vanno esattamente nella direzione opposta: proseguendo in questa campagna elettorale permamente a colpi di slogan per tener fede alla volontà sbandierata di mettere fine ai finanziamenti pubblici a i giornali, oggi si stanno per decapitare in un solo colpo decine di organi di informazione locali, con conseguenti posti di lavoro che verranno a mancare e inferendo un colpo brutale al pluralismo di voci che deve animare il dibattito pubblico e alla funzione critica della stampa. Un brutto segnale quindi per la nostra democrazia, che fa del libero pensiero e di parola uno dei suoi valori non contrattabili, con decine di realtà di informazione che rischiano di venire azzerate attraverso un provvedimento che colpisce nel mucchio, sbagliando obiettivo. Ad essere penalizzate saranno soprattutto le cooperative editoriali pure – che andrebbero tutelate rispetto a situazioni ibride dove la cooperativa editoriale nasconde interessi di altro tipo; – cooperative che hanno un’ alta densità di occupati, tra diretti e indiretti e per i quali il supporto pubblico è strategico per aggredire un mercato che non fa sconti. L’informazione libera, plurale, irriverente è un valore per qualsiasi democrazia che si vuole definire tale. E’ un valore, ripeto, un investimento e non un costo.

Per quanto possa valere sono al fianco del Corriere Romagna, del settimanale il Ponte e di tutte quelle realtà editoriali che ogni giorno fanno sacrifici per andare in stampa e auspico che chi ha l’onore e l’onere di rappresentare i cittadini nelle aule del Parlamento possa almeno tentare di correggere il tiro di un provvedimento che avrà effetti deleteri e irreversibili sulla vita di tutti noi.
Andrea Gnassi, sindaco di Rimini