Home Attualita Gli insegnanti e quella Carta da giocare

Gli insegnanti e quella Carta da giocare

carta-insegnanti

Aggiornamento e formazione. Due requisiti imprescindibili per una scuola che sia in grado di orientare i propri scolari all’acquisizione di abilità, conoscenze e competente che permettano loro di affrontare la complessità del reale. È per questo motivo che la tanto famigerata e discussa legge della Buona scuola, fortemente voluta dall’allora governo Renzi e altrettanto osteggiata dalle rappresentanze sindacali e da diverse personalità del mondo della scuola ha previsto la creazione della carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado. Proviamo a capire di che cosa si tratta.

I beneficiari della carta. Il comma 121 della legge 107 del 2015 circa i beneficiari della carta recita: “La carta è assegnata ai docenti di ruolo a tempo indeterminato delle Istituzioni scolastiche statali, sia a tempo pieno che a tempo parziale, compresi i docenti che sono in periodo di formazione e prova, i docenti dichiarati inidonei per motivi di salute di cui all’art. 514 del Dlgs. 16/04/94 e successive modificazioni, i docenti in posizione di comando, distacco, fuori ruolo o altrimenti utilizzati i docenti nelle scuole all’estero e delle scuole militari”.

Però tra i facenti parte della categoria docente qualcuno è escluso. A non usufruire del benefit, carta del docente, sono i precari della scuola statale e i docenti della scuola paritaria. Tanto i primi quanto i secondi contribuiscono al funzionamento didattico, organizzativo ed educativo della scuola italiana, ma il MIUR sembra che ancora una volta abbia voluto chiudere gli occhi su queste due categorie. Per i primi e anche per degli educatori (altra categoria esclusa da questa iniziativa) FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS-Confsal e GILDA-Unams hanno presentato ricorso chiedendo al TAR Lazio di sospendere e annullare i provvedimenti impugnati per quanto concerne l’esclusione dal beneficio del personale a tempo determinato e gli educatori, richiamandosi in particolare al principio di non discriminazione tra lavoratori che svolgono pari funzioni sia a tempo determinato che indeterminato, specificamente sancito, nell’ambito dell’Unione Europea. La scuola paritaria fornisce un servizio pubblico, come previsto dalla legge Berlinguer del 2000, eppure i suoi docenti non possono usufruire della carta della docente. Il preside del liceo classico “D. Alighieri” e scientifico “G. Lemaitre” della Karis Foundation di Rimini, Daniele Celli sottolinea: “L’attività di formazione per i docenti è fondamentale in quanto devono mettere in atto una professionalità alta per gli studenti. E proprio in virtù dell’imprescindibile importanza della formazione dei docenti, la fondazione Karis si carica di un onere economico ulteriore: la formazione educativa e didattica dei propri docenti anche a partire dagli interessi manifestati da quest’ultimi”.

Un budget prestabilito: 500 euro per insegnante. Sono 500 gli euro che i docenti hanno a disposizione nella carta in questione. Per l’anno scolastico 2015/2016 (primo anno in cui è entrata in vigore l’iniziativa) entro il 31 agosto 2016 le singole istituzioni scolastiche hanno dovuto rendicontare le spese sostenute dai docenti. Dall’anno scolastico in corso invece i beneficiari dell’iniziativa hanno a disposizione un portafoglio digitale di 500 euro accedendo all’applicazione web cartadeldocente.istruzione.it. Creare uno o più buoni fino ad un massimo di 500 euro, vedere i buoni creati e buoni da spendere, vedere i buoni  creati,  quelli da spendere, quelli già spesi e verificare quanto ancora si può spendere: tutto questo è possibile grazie al proprio portafoglio digitale. Per accedere al portafoglio digitale di formazione e aggiornamento, è necessario che il docente si munisca di una identità digitale, il codice Spid. E proprio sulla modalità di accreditamento dei singoli docenti beneficiari in vigore dal corrente anno scolastico, la vicepreside del liceo classico statale “G. Cesare” di Rimini Chiara Giovannini precisa: “Il fatto di doversi accreditare on line è una scelta che ogni singolo docente deve fare, pertanto è sulla base della motivazione che ogni singolo docente decide di acquisire l’identità SPID. Entrare sulla piattaforma on line per un docente che ha il diritto a farlo diviene un’assunzione di responsabilità”.

I “beni” che si possono acquistare con la carta del docente. Il range di beni acquistabili mediante la carta del docente è ampio e variegato: libri e testi in formato digitale, pubblicazioni e riviste per l’aggiornamento professionale, hardware e software (senza specificare la tipologia), iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale; titoli di accesso per rappresentazioni teatrali e cinematografiche; titoli per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo ed infine iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione.

Ma quali enti ed esercenti si sono accreditati? I buoni possono essere spesi presso gli enti e gli esercenti che hanno presentato domanda al MIUR e che hanno dimostrato di avere i requisiti richiesti. Gli enti e gli esercenti sono fisici e on line e sono raggruppati in 8 ambiti: formazione aggiornamento, libri e testi (anche in formato digitale), mostre ed eventi culturali, musei, cinema, teatro, spettacoli da vivo, hardware e software. Per quelli fisici c’è la possibilità di visionarli inserendo il comune prescelto dalla tendina “COMUNE” che si trova in calce alla pagina web, e lì inizia la ricerca…

… cerca, cerca e scegli il comune di Rimini. Sono 47 gli enti e gli esercenti che si trovano nel territorio comunale riminese che al momento figurano nel portale. Ventuno sono quelli che erogano servizi per la formazione e l’aggiornamento, tredici consentono di acquistare libri e testi anche in formato digitale, dieci invece quelli che permettono di acquistare hardware e software. Per quanto concerne le attività culturali, solo un cinema (Multiplex alle Befane) in tutta Rimini è tra gli enti accreditati. I grandi assenti riminesi sono mostre, eventi culturali e spettacoli dal vivo. Tra i teatri al momento risultano presenti il teatro degli Atti e il teatro Novelli. Il museo della città risulta accreditato solamente da qualche giorno. Dal museo ci spiegano che il ritardo della presenza sulla piattaforma (attiva dal 31 Novembre 2016) è dipesa dal fatto che le procedure di accreditamento con il Miur non sono state semplici ed immediate: per quanto il Museo abbia attivato le procedure previste per l’accreditamento illo tempore, la presenza in piattaforma risulta dall’ultima settimana piena del mese di Febbraio. Al contrario invece sono le scuole statali a farla da padrone, in qualità di enti che erogano formazione e aggiornamento: sette istituti comprensivi, una scuola secondaria di I grado, tre licei, tre istituti tecnici e due professionali.

Nulla di diverso anche dai comuni della provincia. Se infatti si scelgono altri comuni della provincia riminese la situazione non cambia di molto. Tutte le scuole statali sono state accreditate come enti di formazione e aggiornamento, ma di musei, cinema e teatri neppure l’ombra. E perché? Dall’Amministrazione del comune di Santarcangelo ci dicono che il musei del territorio non si sono accreditati alla piattaforma intenzionalmente: il costo del biglietto è basso (3 euro), le procedure per accreditarsi alla piattaforma sono complesse ed inoltre si sta valutando nelle opportune sedi se rendere gratuito l’accesso ai musei per tutti i docenti, non solo per quelli che accompagnano le scolaresche.

Sara Castellani