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Contro gli abusi, i Vescovi dell’Emilia-Romagna: nessuna copertura


Nessuna copertura, nessuna giustificazione, perché le sofferenze non si ripetano. I Vescovi dell’Emilia Romagna riuniti nella Conferenza Episcopale presieduta da mons. Zuppi, arcivescovo di Bologna, organismo del quale fa parte anche il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi (nella foto), sono intervenuti circa il tema degli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili. Da una parte l’invito a leggere la “Lettera al Popolo di Dio” di papa Francesco; dall’altra a far leggere la stessa Lettera in ogni organismo e anche nelle famiglie.
Il perdono e la guarigione delle ferite, che pure sono invocate dai Vescovi al cospetto di Dio, non debbono comunque rappresentare un alibi, bensì rappresentino uno stimolo ulteriore per una conversione di tutta la comunità cristiana e la società civile anche nei confronti di un tema così drammatico e così purtroppo ancora di grand attualità.
I Vescovi invitano le comunità cristiane, in avvio di anno pastorale, a fermarsi e riflettere, a pregare e a digiunare sul tema.
Inoltre è stato predisposto un percorso di formazione (come sta facendo la Chiesa italiana tutta) che permetterà di avere in ogni diocesi alcune persone (quasi tutti laici e laiche) che potranno essere referenti e promotori dei cammini diocesani di formazione e prevenzione per la tutela dei minori.
Di seguito, la versione integrale del messaggio dei Vescovi emiliano-romagnoli.

MESSAGGIO DEI VESCOVI AL POPOLO DI DIO DELLE CHIESE DELL’EMILIA ROMAGNA
Carissimi parroci, cari fratelli e sorelle,
condividiamo la grande preoccupazione e il dolore espresso da Papa Francesco con la “Lettera al Popolo di Dio” — sofferto invito ad una conversione personale e comunitaria — che vi invitiamo a leggere e meditare, nelle parrocchie, nei consigli pastorali e nei gruppi di famiglie. Egli ci chiede di soffrire insieme a tutto il corpo per aiutarlo.
L’impegno a combattere gli abusi sui minori e sulle persone vulnerabili, sia di potere che sulla coscienza che sessuali, da parte di chierici o di laici nella Chiesa, nella società e nelle famiglie, ci deve vedere uniti. Uniti nella preghiera e nella penitenza, perché le sofferenze delle vittime, che non si cancelleranno, siano condivise e non si ripetano. Perché il male non sia più nascosto ma opportunamente denunciato. Perché il perdono e la guarigione dalle ferite, che pure invochiamo da Dio, con la riparazione del danno, non siano un alibi, ma stimolo a mettere in atto una conversione di tutta la comunità cristiana e della società civile, perché si prendano le misure educative e operative per una prevenzione ampia ed efficace.
Nessuno deve essere coperto o giustificato, qualsiasi ruolo svolga. Il bene dei minori e dei più deboli deve stare sopra a tutto. Molto dipenderà dai genitori, dagli educatori, dagli insegnanti, dai sacerdoti, dai catechisti: la cura, la protezione, la vigilanza, la formazione propria e dei ragazzi o degli adolescenti, deve creare ambienti e atteggiamenti di vera tutela e deve portare i minori a imparare a difendersi, a reagire, trovando adulti accoglienti e pronti ad ascoltarli e a intervenire.
Come Vescovi della Regione ecclesiastica, in linea con quanto sta preparando la Chiesa italiana, abbiamo già predisposto un percorso di formazione che permetterà di avere in ogni diocesi alcune persone (quasi tutti laici e laiche) che potranno essere referenti e promotori dei cammini diocesani di formazione e prevenzione per la tutela dei minori.
Invitiamo le comunità cristiane in questo inizio dell’anno pastorale a creare occasioni di preghiera e digiuno, di riflessione, di penitenza, per essere uniti al nostro Papa Francesco nel suo indiscusso impegno a fare verità e giustizia dentro e fuori la Chiesa. E rinnoviamo il pieno e filiale sostegno al suo servizio fondamentale alla comunione e all’evangelizzazione.
I Vescovi dell’Emilia Romagna