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Giulia, inquietudine e voglia di libertà

Si intitola Giulia Passione Poesia Potere il nuovo romanzo storico di Paolo Biondi  per le Edizioni di Pagina. Libro che lo stesso Biondi presenterà al Meeting sabato 24 agosto (presso il Book Corner, ore 14).

Anche in questo terzo libro affiora la città di Rimini. Del resto in questa città l’autore è nato, nel 1955, e Rimini è legata storicamente a doppio filo con Roma, anche se pochi lo ricordano. E anche se i due monumenti più conosciuti sono ancora lì dopo duemila anni a testimoniarlo. Ci si è poi quasi dimenticati che Rimini ha anche un grande anfiteatro romano, i cui ruderi oggi sono seminascosti alla vista dall’‘Asilo Svizzero’ e, di recente, da una parte del mercato ambulante bisettimanale.

Il romanzo

Tornando al romanzo storico di Paolo Biondi: questo terzo titolo, dopo Livia. Una biografia ritrovata (2015) eI misteri dell’Ara Pacis (2017), offre nuovamente un’angolazione femminile: si tratta in questo caso dell’unica figlia di Augusto (nonché per un breve periodo moglie di Tiberio) e cioè Giulia (il primo romanzo indagava su Livia Drusilla, l’influente moglie di Augusto, il primo imperatore).

Anche se è storicamente discusso e discutibile che Giulia facesse parte del complotto contro il padre, è certo che l’amata figlia fu comunque da lui esiliata su un’isola, pena che le fu comminata (assieme a un manipolo di amici e familiari) ufficialmente per la sua disinvoltura nei costumi amorosi ma con l’intento, neppure tanto celato, di reprimere un complotto ordito nei confronti dell’imperatore. La figura femminile di questo romanzo fa comunque parte, si può dire, della cultura e della nascita di una vera e propria letteratura latina.

Alla figlia di Augusto l’autore del romanzo affianca personaggi e autori che qualcuno dei lettori (sarebbe meglio dire ‘forse’, visto che c’è chi insiste nel tentativo di cancellare del tutto le ultime tracce del latino rimaste nella nostra scuola) ha imparato a conoscere sul libri di Storia: Mecenate, Messalla Corvino, Virgilio, Ovidio, Orazio e Tibullo,Properzio e Sulpicia. 

Quest’ultima poetessa viene descritta nel librocome una delle più intime amiche di Giulia: nelle descrizioni dei luoghidove si incontrano e nelle loro vicende private si svelano vizi e virtù dell’epoca che ha fatto nascere lanostra cultura e la nostra civiltà. È la storia dell’inquietudine e della voglia di libertà mai domate fino alla morte,e degli immancabili giochi di potere che sta al lettore scoprire se abbiano una qualche allusione agli eterni scontri che, lungo la Storia e fino ai giorni nostri, hanno sempre accompagnato gli Imperi e gli Stati.

Ma la protagonista del libro resta tuttavia Giulia, la cui ansia di libertà era anche all’origine della insoddisfazione e della sfortuna dei suoi matrimoni: con Agrippa, che le ha dato sì quattro figli ma che era sempre lontano in missione a capo delle legioni in guerra per la difesa e la conquista di nuovi territori.

E anche dell’unione imposta con il fratellastro Tiberio (figlio della madre acquisita Livia, la potente consigliera di Augusto), anch’egli spesso assente e, in ogni caso, dalla personalità agli antipodi rispetto a quella della coniuge. Tant’è vero che una volta succeduto alla guida dell’Impero, uno dei suoi primi provvedimenti fu quello di inasprire l’esilio dell’ex moglie, relegandola in una stanza a pane e acqua. Giulia morì poche settimane dopo, senza aver riacquistato la libertà.

Sono diversi, pertanto, i piani di lettura di questo romanzo. Uno di questi si può leggere nella quarta di copertina, che riporta un passo de La Storia Romana di Cassio Dione, uno dei massimi storici della nascita dell’Impero, quando descrive come Augusto andò su tutte le furie quando scoprì (e non voleva neppure crederlo) la dissolutezza della figlia Giulia: “… infatti coloro che detengono il potere sono a conoscenza di qualsiasi cosa molto più di quanto non conoscano le loro faccende private”.

Ma per fortuna oggi ci sono i giornali, le tv e internet. O no?

Serafino Drudi