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Bianca&Volta: passione di carta

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Il lavoro nobilita l’uomo, ma ha un problema di fondo: ci toglie tempo. Tempo che preferiremmo dedicare a ciò che più ci piace. Per questo il segreto è trovare un’attività che, allo stesso tempo, sia il nostro lavoro e rappresenti le nostre passioni. Utopia? Forse.
Ma c’è chi, grazie alle proprie forze ed alla propria determinazione, è riuscito ad avvicinarsi il più possibile a questa condizione. Giulia Catenacci è una giovane riccionese di 29 anni che, praticamente da sempre, è innamorata dei libri e dell’avventuroso mondo cui essi aprono. Ed è sempre stata affascinata dalla figura del libraio, che quel mondo difende, diffonde, custodisce.
Un amore che col passare degli anni non solo non si è affievolito, ma è cresciuto sempre più, fino a spingerla a trasformarlo in lavoro. Da circa quattro anni, infatti, Giulia gestisce la libreria Bianca&Volta, al 16 di via Francesco Cilea a Riccione. Una libreria piccola e non dispersiva. Intima, ma che non manca di nulla: dalla narrativa alla saggistica, presenta libri per ogni gusto ed età, con un’attenzione particolare ai più piccoli. Ed è proprio Giulia (uno stage in giornalismo a ilPonte svolto in tempi non sospetti) a raccontare la nascita e i particolari di questa avventura, moderna ma dal sapore romantico.

Giulia, com’è nata l’idea di fare la libraia?
“Dalla mia grande passione per i libri. Sono sempre stata una lettrice, fin da bambina. Mi piaceva e mi piace passare del tempo nelle biblioteche e nelle librerie, e la figura del libraio, con la sua aria romantica, mi ha sempre affascinato. Per me, quindi, è sempre stato naturale pensare ad una vita al fianco dei libri. Ho solo dovuto capire come, nella pratica”.

E poi è successo.
“Esatto. Nel 2013 ho avuto l’opportunità di prendere in gestione la libreria Bianca&Volta a Riccione, una libreria già avviata da anni, e quindi già radicata sul territorio. Aspetti, questi, che mi hanno aiutato tanto. Appena ho saputo di questa occasione mi sono buttata, ed è cominciata questa splendida avventura, che va avanti tuttora”.

Cosa pensi di questo lavoro?
“Ovviamente il mestiere del libraio, una volta che diventa il tuo mestiere, perde un po’ l’idea romantica che tutti possiamo avere. È pur sempre un lavoro, e per questo comporta tanto impegno, tanta dedizione e determinazione, e costa anche tanta fatica, come una qualsiasi altra attività imprenditoriale al giorno d’oggi. Allo stesso tempo, però, è un lavoro che regala tantissime soddisfazioni, che ripagano ampiamente ogni singolo sforzo”.

Perché?
“È un mestiere che permette, anzi, spinge a fare tanti incontri, a tessere numerose relazioni. Sia professionali che non. Nonostante viviamo nell’era del digitale, è bellissimo pensare che le librerie restino, anche se con una fisiologica diminuzione, luoghi di incontro. È una inconfutabile testimonianza della immortale potenza del libro”.

Tanta passione. Ma basta per essere competenti?
“L’amore per i libri e la lettura è molto importante, se non fondamentale. Ma per fare questo lavoro, come per tutte le professioni, occorre una giusta formazione, a livello tecnico. Solo così è possibile compiere adeguatamente il passaggio da lettore a professionista del libro. Inoltre, quello del libraio è un mestiere per il quale c’è sempre da imparare, e ciò ti costringe, in senso buono, stimolante, a tenerti costantemente aggiornato”.

Parlaci della tua formazione.
“Mi sono formata un po’ a livello accademico e un po’ da autodidatta. Ho studiato Filosofia all’Università, una facoltà che permette di leggere tanto, a livello quantitativo e qualitativo, e di sviluppare una giusta mentalità ed un buon senso critico. E poi, parallelamente, mi sono sempre interessata e tenuta aggiornata sul mondo dell’editoria nel suo complesso. Ho studiato, ricercato, frequentato corsi che mi hanno permesso di sviluppare uno sguardo d’insieme sul settore, in tutti gli aspetti della filiera, dalla nascita di un’idea alla vendita del prodotto finito. E questo mi ha permesso di avvicinarmi a questo mondo con una consapevolezza sempre maggiore, e di svelare tutti quegli aspetti che, da lettore, non è possibile percepire”.

La tua libreria non è solo vendita, però.
“No, infatti. C’è una sezione dedicata ai libri per bambini e ragazzi, cui tengo molto e della quale mi occupo in modo un po’ particolare. Mi piace, infatti, offrire una selezione di libri anche sconosciuti, oppure dare spazio a case editrici molto piccole, o emergenti. Puntare molto di più sui contenuti, rispetto ai grandi nomi di autori o di editori, in poche parole. E poi ho deciso di andare oltre la semplice vendita di libri, organizzando eventi di vario tipo: le letture animate per i bambini, ad esempio, o i laboratori creativi. Eventi che, comunque, non si dimenticano degli adulti. Col tempo, infatti, vista la grande attenzione e l’interessante risposta ricevuta, ho deciso di organizzare altri incontri, di vario tipo, per gli adulti: spazi e momenti di lettura, o i laboratori di filosofia”.

A che scopo?
“Far tornare ad essere la libreria non solo un mero negozio di libri, ma un luogo vivo, fatto di persone e non di soli clienti. I bambini, poi, se abituati a leggere e a frequentare le librerie fin da piccoli, saranno molto probabilmente lettori anche da adulti, ed è la cosa più bella che posso fare, in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia”.

A tal proposito, come affrontare il commercio digitale?
“L’arrivo del digitale va considerato da due punti di vista: gli e-book e l’e-commerce, cioè la vendita di libri cartacei, ma attraverso i siti internet. Gli e-book non sono, dalla mia prospettiva di libraia non digitale, una vera e propria minaccia, perché i lettori dei due mondi, quello fisico e quello digitale, riescono a convivere molto bene, equilibrandosi e, spesso e volentieri, integrandosi a vicenda. Gli e-book sono acquistati soprattutto per questioni di comodità, ma i lettori forti, o comunque la maggioranza dei lettori, non può rinunciare al contatto materiale con il libro, con la carta. Da quel punto di vista, quindi, non ci sono problemi eccessivi. Discorso più particolare va fatto, invece, per le librerie online”.

Perché anche loro vendono libri cartacei?
“Esattamente. Le librerie online e quelle fisiche vendono lo stesso prodotto. Per questo motivo occorre, da parte dei librai come me, ingegnarsi ed essere creativi nel presentare un’offerta che vada oltre la semplice vendita di libri, perché in questo non ci sarebbe partita, vista la grande comodità data dai siti online. Occorre proporre idee alternative”.

Ad esempio?
“Nello specifico ogni libraio deve rispondere alla propria creatività, ma in generale deve essere la libreria ad andare incontro ai lettori, e non più viceversa: deve diventare libreria di proposta, prevedere selezioni di libri non banali, per sorprendere completamente. La libreria deve diventare un luogo in cui il lettore entra non solo per fare un acquisto, ma un’esperienza. È proprio l’esperienza, quindi, la chiave per dare alle librerie fisiche quel valore aggiunto rispetto ai negozi virtuali, in rapida crescita”.

Simone Santini