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Gioco d’azzardo: piaga infinita

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Maschio, sposato, tra i 30 e i 49 anni, disoccupato o lavoratore occasionale, con un’unica speranza: risolvere una situazione di vita critica con una vittoria improvvisa. È l’identikit del giocatore medio disegnato dalla dottoressa Daniela Casalboni dell’Unità dipendenze patologiche dell’Ausl Romagna. Una piaga, quella dell’azzardo, che non accenna a diminuire. Anzi, guardando i numeri del SERT gli utenti sono aumentati se è vero che lo scorso anno sono stati 87 contro i 69 dell’anno prima e i 12 del 2004.
“Nell’81% dei casi si tratta di maschi, perlopiù nella fascia 30/49 anni, con bassa scolarizzazione e basso reddito. – spiega Casalboni – Circa il 51%, infatti, è disoccupato, pensionato o lavoratore occasionale. La sensazione per queste persone è quella di poter risolvere i problemi della loro vita con una vincita improvvisa”.
Tra i giochi quello più utilizzato è la video lottery (63%).
“Ha un alto potenziale distrattivo e distorcente dettato dal forte impatto emotivo dato dalla concomitanza dell’aspetto video, musicale e sensoriale. L’occasione di vincita sembra sempre prossima, alla portata, tramite questi accorgimenti psicologici, ti tengono attaccati alla macchinetta per molto tempo”.
Alle spalle della video lottery c’è il classico Gratta e Vinci che coinvolge il 17% degli utenti che hanno fatto ricorso al servizio dell’Azienda sanitaria. Utenti che sempre più spesso vengono indirizzati alle strutture anche dalle Caritas, visto che una conseguenza tragica di questo fenomeno è l’impoverimento e l’indebitamento delle famiglie coinvolte.
Regione e Comune: niente sale vicino ai giovani. Proprio alla luce di questo, la Regione Emilia Romagna ha deciso di vietare l’apertura di sale da gioco o sale scommesse nei pressi delle scuole, ma anche l’installazione di apparecchi per il gioco d’azzardo lecito entro una distanza di 500 metri da luoghi di aggregazione giovanili e di culto. Un’ordinanza a cui ha fatto seguito anche una delibera del Comune di Rimini che vieta l’installazione di apparecchi presso esercizi commerciali, di somministrazione di alimenti e bevande, nelle aree aperte al pubblico, nei circoli privati e associazioni.
“Si tratta di svolgere un lavoro importante anche dal punto di vista educativo – spiega il vicesindaco Gloria Lisi – con le scuole ma anche con gli esercizi pubblici. Ricordo a tal proposito il progetto Slot free, a cui abbiamo aderito, segnalando con un bollino le attività che scelgono di non tenere al loro interno alcun apparecchio per il gioco d’azzardo. Progetti con esperti nelle scuole e interventi sociali nei quartieri sono l’altro aspetto di questo intervento in cui tutta la comunità è chiamata ad intervenire come rete di sostegno prossimale”.

Lucia Genestreti