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“Food alternativo”. Nonostante il calo dei consumi questo settore continua a sorridere. E a Rimini se ne vedono i frutti. Negli ultimi mesi sono subito diventati un “caso” tre locali che offrono cucine internazionali. Al timone, manager arrivati da fuori che hanno visto in questo territorio un’opportunità. Piadina permettendo…
Food alternativo – Negli anni della contrazione dei consumi ci siamo abituati ad uno schizofrenico turnover di esercizi commerciali nelle nostre città. Le “vasche” del sabato in centro vedono mani sempre più scariche di buste per gli acquisti. Se c’è un mercato che però ancora va forte fra i consumatori di tutte le tasche è quello del food. Come ha raccontato a Il Ponte il presidente della Confesercenti Rimini, Alessandro Bonfè, “questo settore tiene banco nonostante la crisi, e in particolare va bene lo street-food”.
Sarà che da un po’ di anni a questa parte i palinsesti televisivi sono guarniti di cooking-show e ci sentiamo tutti un po’ il Ramsay o la Parodi della situazione; sarà che viaggiando sempre di più veniamo a contatto con sapori inediti; o sarà che, grazie a quel forno senza fine che è internet, scoviamo un’infinità di tutorial su come realizzare una cena stellata in meno di un’ora. Sta di fatto che chi riesce oggi ad offrire un’esperienza culinaria innovativa ha fatto bingo. TRE ha fatto il giro di alcuni punti ristoro sorti nell’ultimo anno a Rimini e che in pochi mesi sono diventati un “caso” per l’afflusso di clienti. Tutti quanti sono stati aperti da manager non locali che hanno trovato in questa città la piazza ideale in cui investire e, altro aspetto peculiare, offrono tutti cucine internazionali: giapponese, americana e olandese. Il loro successo è il segno che, anche tra i romagnoli, è forte il desiderio di andare oltre la solita minestra (o piadina).