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Festa di San Giuliano, sulle vie dei Santi

Festa di San Giuliano martire, venerdì 22 giugno. In occasione di questa ricorrenza, la commissione ecumenica diocesana, guidata da don Gioacchino Vaccarini, ha organizzato un pellegrinaggio a cui aderiranno le comunità ortodosse residenti nella nostra città, in particolare padre Serafino Corallo, per il Patriarcato di Costantinopoli, e padre Marcian Claudiu Bucurenciu per il patriarcato di Romania. Per saperne di più, abbiamo rivolto alcune domande a don Gioacchino.

Da cosa ha origine l’iniziativa?
“I santi sono un punto di collegamento importante con i fratelli ortodossi che mostrano una speciale venerazione soprattutto per i martiri del primo millennio. Questo aspetto della tradizione ci unisce profondamente e ci dà la possibilità di pensare a speciali momenti di preghiera condivisi, come nel caso del pellegrinaggio”.

Non è la prima volta che si svolge una iniziativa di questo genere.
“Nell’agosto del 2012 il pellegrinaggio ecumenico si è svolto insieme ai componenti del Coro Sacerdotale Metropolitano di San Pietroburgo che si trovavano a Rimini in occasione del Meeting. Si è trattato di un’esperienza molto intensa, difficile da dimenticare”.

Quali saranno le tappe del cammino del 22 giugno?
“Il gesto avrà inizio alle ore 15,30 dalla chiesa di San Giovanni Battista, nella quale si conserva una cassetta contenente preziose reliquie provenienti dall’antica Basilica di San Gaudenzio demolita nel 1812. La seconda tappa sarà in via IV Novembre, dove sorgeva la chiesa dedicata a Santa Innocenza, martirizzata nel 296, prima giovane martire di cui abbiamo testimonianza certa nella chiesa di Rimini. Terza tappa la Cattedrale, con due momenti di preghiera: il primo nella cappella dedicata a San Gaudenzio, nostro vescovo e patrono, il cui martirio è datato al 360, e il secondo nella cappella dove è collocato l’altorilievo in bronzo di Santa Colomba, a cui era intitolata l’antica cattedrale di Rimini e che dà il nome anche a quella attuale”.

Innocenza era riminese, mentre Gaudenzio e Colomba provenivano da altri paesi.
“Santa Colomba era ed è venerata in Francia, a Sens, da dove partirono i mercanti che, nel IV secolo, hanno portato la reliquia fino a noi, Gaudenzio invece era originario di Efeso”.

Come proseguirà il pellegrinaggio?
“Con una fermata alla chiesa di San Nicolò, dove è venerato un altro santo la cui reliquia è giunta a Rimini dopo un viaggio burrascoso: parliamo di San Nicola, vescovo di Myra, uno dei santi più conosciuti al mondo, molto amato dalle comunità ortodosse. Direi che anche i fratelli protestanti, che non aderiscono al culto dei santi, in altra forma sono legati a San Nicola attraverso la figura di Babbo Natale che, con i suoi doni, ricorda le opere di carità di cui è costellata la vita del santo. L’ultima tappa sarà presso la chiesa dedicata a San Giuliano, il cui corpo è interamente conservato sotto l’altare, altro giovane martire non riminese arrivato via mare da oriente”.

Come si concluderà l’evento?
“Con la santa Messa delle 18,30 celebrata con il proprio di San Giuliano. Abbiamo tradotto le orazioni e, anche grazie al coro internazionale ‘San Nicola’ guidato da Marina Valmaggi, verranno proposti testi e musiche che la tradizione ha conservato”.

Un’ultima domanda: cosa c’entrano i martiri di quasi duemila anni fa con noi?
“I santi sono sempre santi e i santi non hanno tempo. La loro testimonianza è sempre attuale. Esiste un ecumenismo dei martiri. Lo ripete spesso papa Francesco e più volte lo ha sottolineato San Giovanni Paolo II: ‘In duemila anni di storia, ai cristiani è stata chiesta non poche volte la prova suprema del martirio. Restano vivi nella memoria soprattutto i martiri della prima era cristiana. Ma anche nei secoli successivi sono molti coloro che, in diverse circostanze, hanno versato il sangue per Cristo, tanto in Oriente quanto in Occidente. La divisione, che purtroppo è intervenuta tra le Chiese, non rende meno prezioso il loro sacrificio! Ai martiri si rivolge con particolare intensità la venerazione del popolo di Dio, che in essi vede rappresentata dal vivo la passione di Cristo<+testo_band>’. (Castelgandolfo, 25 agosto 1996)”.

Rosanna Menghi