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Fellinissimi

Di recente a Rimini si è svolta una manifestazione celebrativa in memoria di Michael Jackson in cui però Michael Jackson manco lo si poteva nominare se no si finiva nei guai per questioni di diritti d’immagine. E pensare che invece un altro grande personaggio a Rimini non c’è quasi giorno che non lo si citi. Tralasciando le attività e i prodotti che da lui hanno preso il nome, Fellini oggi è un lasciapassare come pochi. Il manifesto balneare non convince per le sue tinte color nebbia? Ma la nebbia è felliniana. La ruota panoramica è pacchiana? Nient’affatto: è felliniana, andatevi a vedere i suoi film. Citazioni magari giustificate, ma in quantità curiosa per una città che col suo maestro ha avuto un rapporto quantomeno controverso. Felliniano per eccellenza è il Fulgor, che dopo anni si spera sia finalmente la volta buona per farlo diventare un luogo degno del maestro. Piuttosto che felliniana pare invece kafkiana la recente storia della Fondazione Fellini. Tra un po’ cadrà il secondo anniversario di quel celebre pomeriggio d’estate in cui fu convocata la stampa per annunciare la nomina di Giuliano Montaldo a presidente, e invece il perplesso regista salutò nell’imbarazzo generale per tornare, in fretta, nelle sue terre piemontesi. Poi, come noto, arrivò la gestione di Pierluigi Celli. Ma le prospettive di rinascita si sono scontrate con nuovi problemi e il nuovo incarico del verucchiese. E oggi il futuro del principale strumento con cui Rimini dovrebbe omaggiare il maestro è tornato nella nebbia. Felliniana, ci mancherebbe.