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Famiglia: non lasciamola naufragare

La crisi della famiglia è in una certa misura anche la crisi della società. Le voci intervenute a Rimini – nell’ambito dell’incontro Famiglia e società tra coesione e disgregazione – sono state tante e, per giunta, arrivate da contesti diversi, ma l’espressione del concetto di unione famiglia/società è stato unanime. La cellula, il nucleo familiare fa da base. Partendo da questa certezza la tavola rotonda – promossa da Forum per la Famiglia, Associazione Madonna della Carità, Famiglie in Cammino e ACAT – si è animata, mettendo insieme le valutazioni di tutti i più importanti attori sociali che operano per la sopravvivenza di questo nucleo fondante nell’attimo in cui, per diversi motivi, esso si è disgregato. Dal Presidente del Tribunale di Rimini Rossella Talia, al Vicesindaco della città, Gloria Lisi, passando per le associazioni rappresentate da Cesare Giorgetti e la responsabile del settore Responsabilità genitoriale e tutela dei minori dell’Ausl di Rimini, Marta Lorusso, le parti si sono confrontate e hanno messo sul piatto della bilancia tutte le questioni che entrano in campo quando una famiglia si scioglie, ponendo l’accento sulla pericolosità di questo avvenimento sia a livello sociale sia personale soprattutto quando vengono coinvolti dei figli, siano essi minori o no.
“L’operatore del diritto ha una filosofia laica, che parte dei dati di realtà, e rifiuta una visione ideologica. Per questo dico che la famiglia non è un valore in sé. La famiglia è uno strumento. Non è il fine salvare la famiglia ma una buona famiglia è essenziale per l’individuo”. <Rossella Talia tratteggia le caratteristiche di un nucleo fatto di rispetto, di solidarietà e di amore tra le parti. Ad una coppia può capitare di separarsi ma non necessariamente disgregarsi se alla base c’è la condivisione delle scelte dei due coniugi. La famiglia non è solo dove si individua un domicilio comune, ma soprattutto dove si individua un sentimento. “La separazione in sé può anche essere un evento neutro. – continua il Presidente – Mi sono capitate delle separazioni consensuali che mi hanno commosso. Persone che riescono a mantenere uno stile di famiglia basato sulla condivisione delle scelte e sull’amore per i figli”. Ma non tutte le separazioni hanno un lieto fine. Nel momento in cui la separazione è “violenta” possono nascere dei sentimenti di perdita, di straniamento e difficoltà personali. “In una famiglia disgregata – conclude la Talia – io perdo la mia identità. Molte volte sento di non essere più amato,di non essere più il figlio di quel genitore. Perdo la sicurezza. Ci sono dei ragazzi che non possono più immaginare un futuro”. Ma se da una parte si tende a pensare che siano i figli i principali attori della sofferenza in una famiglia disgregata, dall’altra non si può non considerare il ruolo degli adulti in tutto questo. Marta Lorusso racconta con estrema lucidità il senso di frustrazione e di fallimento che può nascere in una coppia che si sfascia. Lei però, in seno all’Ausl, si occupa di casi limite, nei quali le dinamiche relazionali di una coppia sono fatte principalmente di ostilità e di “impossibilità di riconoscere e di affrontare il progetto di famiglia”. Qui le dinamiche assumono delle conflittualità eccessive che impoveriscono le capacità personali e genitoriali degli adulti. Si mettono in atto azioni di schieramenti con conseguenti perdite, da una parte e dall’altra. Si possono, poi, verificare delle rotture con delle figure, che sino a poco tempo prima erano di riferimento, importanti e di conseguenza si accentua la condizione di solitudine e isolamento.
Nel 2010 sono 4167 le famiglie trattate dal servizio Responsabilità genitoriale e tutela dei minori dell’Ausl. 462 di queste famiglie vivono una situazione di divorzio. “Nel nostro lavoro il primo step è quello di tutelare il minore (scattano gli allontanamenti dalle famiglie e gli affidamenti, ndr) ma la struttura di lavoro è complessa e si tende a trasformare in consapevolezza la situazione iniziale”.
Anche il Comune opera nella direzione di sostegno alla famiglia. “Partendo dal Centro per le famiglie. – spiega il Vicesindaco LisiÈ una struttura molto bella, ci credono anche in Regione visto che l’hanno finanziata anche in un periodo come questo, contraddistinto dalle difficoltà di bilancio”. La struttura, in pieno centro storico, è un piccolo gioiello che accompagna tutto il percorso della genitorialità: dalla maternità ai difficili momenti dell’adolescenza. Un sostegno operativo e ben collaudato.
I percorsi, però, sono lunghi e complessi e tutti diversi. Ciò che, ad ogni costo, si deve evitare, è che l’odio colmi il vuoto lasciato dalla famiglia disgregata. Questo è l’unanime messaggio finale.

Angela De Rubeis