Home Attualita Eventi e sicurezza: ecco le regole

Eventi e sicurezza: ecco le regole

MOLO STREET PARADE: DJ & sardoncino - Nella photo (Ph © Luca Lucchesi/Officina Photografica) terza edizione dell'evento del 28 giugno 2014 al Porto canale di Rimini, ospite d'onore tourtured soul, Craig David,

Lunedì 22 maggio 2017. Manchester. Inghilterra. Sono circa le 22.30. All’interno dell’Arena, Ariana Grande, sta facendo cantare e ballare centinaia di ragazzini. All’improvviso, l’inferno. Due esplosioni. Una di seguito all’altra. Muoiono ventitrè persone, compreso l’attentatore, Salman Ramadan Abedi, un giovane di 22 anni terzo di quattro figli di una famiglia libica da poco convertitosi all’islam più radicale. I feriti sono 122. L’esplosivo utilizzato è il perossido di acetone, lo stesso degli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi, del 22 marzo 2016 a Bruxelles e del 2005 a Londra. Un evento che stravolge la vita degli inglesi e di tutta la popolazione europea che si sente sempre più sotto attacco.

La Circolare Gabrielli
Un evento che cambia anche l’Italia. Il 25 maggio, infatti, appena tre giorni dopo il terribile attacco, il Capo della Polizia, Franco Gabrielli, detta, con una circolare, le linee guida da adottare in occasione di grandi eventi. Perché ogni manifestazione di piazza è potenzialmente un obiettivo. Perché, nell’immaginario, è entrato ciò che prima non c’era: la figura del terrorista. Viene spedita a tutte le prefetture, questure, comuni e a tutti gli organi competenti. È una circolare complessa. Ma con alcuni punti chiave. Come la previsione di un’adeguata protezione delle aree interessate dall’evento “attuando attenti controlli con frequenti ed accurate ispezioni e bonifiche, soprattutto dei luoghi in cui più facilmente possono essere celate insidie”, mediante l’ausilio di personale specializzato e di adeguate attrezzature tecnologiche. Oppure come l’individuazione di idonee aree di rispetto e pre-filtraggio “al fine di realizzare mirati controlli sulle persone, valutando dove possibile l’adozione di impedimenti, anche fisici, all’accesso di veicoli alle aree pedonali”. Da valutare anche l’opportuna sensibilizzazione degli operatori impiegati nei vari servizi, “affinché mantengano un elevato e costante livello di attenzione e professionalità, con appropriate ed adeguate misure di autotutela, specie a salvaguardia della propria ed altrui incolumità e con l’obbligo agli organizzatori degli eventi di fornire un adeguato contributo ad integrazione delle misure pianificate, mediante il concorso nel dispositivo di un servizio di stewarding calibrato alle esigenze e che esalti la partnership tra pubblico e privato, in un’ottica di gestione partecipata della sicurezza”.

I fatti di Torino
Il 3 giugno, però, accade un altro fatto che porterà morte e disperazione in quella che doveva essere una serata di festa. In piazza San Carlo, a Torino, migliaia di tifosi della Juventus si accalcano ai piedi dei due maxi schermi allestiti per vedere la finale di Champions League con il Real Madrid. Durante la partita, dopo il terzo gol degli spagnoli, un boato scatena il panico tra la folla, che pensa ad un attentato. I tifosi, presi dal terrore, creano una calca per fuggire, calca che provoca un totale di 1.527 feriti e una donna morta per schiacciamento dopo dodici giorni di agonia.

Il modello da rispettare
Nei giorni successivi il Ministro dell’Interno Minniti rafforza con le sue dichiarazioni la bontà della circolare Gabrielli il cui principale elemento di novità è costituito dal coinvolgimento diretto e con un chiaro ruolo di responsabilità del soggetto organizzatore. È lui, infatti, che alla domanda di autorizzazione e alla documentazione necessaria da presentare al Comune deve allegare un “piano preliminare di gestione della sicurezza e della protezione da atti ostili deliberati”, redatto a seguito di un’accurata e mirata analisi dei rischi ipotizzabili. Tale piano (con la relativa analisi dei rischi) dovrebbe essere successivamente inoltrato dal Comune alla Questura di competenza. L’analisi dei rischi, propedeutica alla redazione del piano preliminare, dovrebbe essere condotta “con l’adozione di uno strumento adeguato a cura di professionisti con una competenza specialistica”. Acquisita l’autorizzazione per lo svolgimento dell’evento e recepite le eventuali raccomandazioni preliminari da parte delle autorità competenti, il soggetto organizzatore predisporrebbe quindi il definitivo piano di gestione della sicurezza e della protezione da atti ostili deliberati, individuando le necessarie risorse umane (steward), strumentali (metal detector) e procedurali da impiegare a sua cura per tutte le fasi di svolgimento della manifestazione. Tale piano dovrebbe quindi essere sottoposto alla Questura per una sua validazione definitiva.

Saltano gli eventi
Insomma, per chi deve organizzare un evento diventa tutto maledettamente complicato e oneroso. Che si tratti di una semplice sagra o di un concerto. Saltano i primi appuntamenti. In Italia e in provincia. Il malcontento inizia a serpeggiare.

La direttiva Morcone
E così, ad agosto, una direttiva del capo di gabinetto di Minniti, Mario Morcone, chiarisce l’applicazione della circolare Gabrielli. Si distinguono le manifestazioni in luogo pubblico, che richiedono agli organizzatori solo l’onere di avvisare il questore, da quelle di pubblico spettacolo, sottoposte ad autorizzazione. Vengono, inoltre, individuati tre diversi livelli di rischio: basso, medio, alto. Questo per calibrare le misure di sicurezza.

L’iter da seguire
Traducendo il tutto in termini concreti. Chi volesse organizzare un evento all’interno del Comune di Rimini, per fare un esempio, dovrà avvisare lo Sportello Eventi adempiendo ad alcune richieste. La pratica, poi, sarà presa in carico e se sarà valutata positivamente sarà trasmessa al Questore. Sarà lui, in base a determinati criteri, a valutare il grado di rischio della manifestazione. A quel punto il soggetto organizzatore dovrà rispettare tutte le richieste.
“Molto dipende dalla location dove si svolgerà la manifestazione e dalla stima del possibile afflusso. – spiega Jamil Sadegholvaad, assessore alla Sicurezza – Per fare un esempio: se l’evento comporta la chiusura del lungomare è logico che i rischi sono molto più alti rispetto a un luogo circoscritto come può essere piazzale Fellini. In base a queste valutazioni si decide quali sono le misure da prendere”.
Francesco Barone