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Estate torrida: altro ko per i campi riminesi

Vigneti, frutteti, campi, una distesa di piante senz’acqua: tutto è secco dopo un’estate particolarmente siccitosa. “Un po’ tutti gli ortaggi ne hanno risentito e anche i frutteti – spiega Giorgio Ricci responsabile provinciale di Coldiretti –: gli agricoltori che non hanno avuto possibilità di irrigare diversamente, hanno grossi problemi anche perché dal primo agosto la Regione ha vietato il prelievo delle acque superficiali. Si colpevolizzano sempre i coltivatori per il consumo di acqua senza sapere che quella che viene utilizzata è solo quella indispensabile per far sopravvivere le piante”. Produzione compromessa per pomodori melanzane zucchine, mentre per la vite si prevede un calo del 10-20%. È l’ennesimo problema per un settore che pur essendo definito, a parole, importante e utile per la collettività, secondo gli operatori non viene, nei fatti, sostenuto come necessario.
Negli ultimi anni sono sparite dal contesto economico tantissime aziende. Secondo l’ultimo rapporto della Camera di Commercio di Rimini, a settembre del 2011 le imprese agricole attive risultavano in provincia 2.785, il 2,3% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per non parlare degli ultimi cinque anni che hanno visto una diminuzione di oltre il 12%.
Come si può risollevare tale situazione?
“Sono diversi i fattori su cui far leva – risponde Lorenzo Falcioni vicepresidente CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) –. Oltre al fatto che siamo troppo tassati, c’è il discorso del credito. I giovani agricoltori dovrebbero avere maggior sostegno anche quando non hanno la copertura dei genitori che garantiscono per loro. Altro fattore, quello del ricambio generazionale. Sarebbe utile creare una rete per cui se un anziano va in pensione e non ha eredi, la sua azienda possa essere data a un giovane che ha bisogno di terreno: la cosiddetta banca della terra. Non è più pensabile che un’azienda lavori con soli due-tre ettari di terreno, occorre ingrandirsi. Non è solo un discorso di trasferire le colture, ma anche quel bagaglio di esperienze che la persona anziana possiede”.
Importante è anche l’innovazione. C’è chi la traduce in una nuova organizzazione dell’azienda, magari gestita in forma più manageriale, frequentando corsi, utilizzando internet e le nuove tecnologie. Soprattutto i giovani hanno capito che occorre essere visibili e non sono pochi quelli che hanno creato siti internet dove offrono i propri prodotti, come il vino o l’olio.
Recentemente Rimini Fiera e Confagricoltura hanno siglato un protocollo d’intesa per favorire l’internazionalizzazione. Se è vero che per alcuni prodotti è auspicabile il ”Km zero”, è anche vero che molte aziende per restare sul mercato hanno iniziato a spostare lo sguardo oltre confine.
Il panorama agricolo riminese è molto variegato. Vi sono aziende che trovano beneficio nella presentazione dei propri prodotti nei mercatini di vendita diretta presenti ormai in molti comuni della provincia, altre che preferiscono i canali tradizionali e altre ancora che strizzano l’occhio al web, promuovendo veri e propri itinerari turistici alternativi. Vi sono giovani che nonostante le difficoltà non mollano, anzi fanno crescere le loro aziende. E sono loro la speranza per il futuro di questo importante settore.

Silvia Ambrosini