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In questo territorio ci sono una emergenza e due criticità, tra loro strettamente collegati. L’emergenza si chiama disoccupazione: ufficialmente sono 15mila i senza lavoro, ma in realtà, conteggiando scoraggiati, cassaintegrati e giovani che emigrano, molti di più. Il tasso di disoccupazione locale è costantemente, e non da oggi, un paio di punti percentuali sopra la media regionale. Il tasso di disoccupazione giovanile è al 24% (21% in Emilia Romagna) e per ogni 1500-1600 giovani residenti che si laureano ogni anno, la domanda del settore privato non supera mai le 400 unità. Una forbice che viene da lontano e che con la crisi si è ulteriormente allargata.
Arriviamo alle criticità: nel 2015, per la prima volta da molti anni, il numero delle imprese è calato di mille unità, di cui 600 formate da giovani con meno di 35 anni. Se chiudono le imprese è difficile che il lavoro aumenti. Le imprese che restano investono poco, salvo accezioni, in innovazione: 41 mila euro a Rimini, a fronte di 141 mila euro come media regionale. Poca innovazione equivale a scarsa competitività. Il contrario di quello di cui ci sarebbe bisogno.
La seconda criticità si chiama turismo. Oggi le presenze (o pernottamenti) sono le stesse di dieci anni fa: 15 milioni. Il territorio riminese ha perso, negli ultimi trent’anni, quasi la metà delle presenze straniere, con una perdita di fatturato stimabile in 240 milioni di euro e ciò ha comportato la perdita, solo negli ultimi tre anni, di ben 11 mila avviamenti al lavoro. Periodo in cui il turismo mondiale è, al contrario, cresciuto al un ritmo del 3-4% l’anno.
Di fronte a questa realtà siamo andati a spulciare le proposte economiche, in senso alto, dei candidati alle prossime elezioni amministrative del 5 giugno. Al lettore la valutazione della rispondenza o meno alla situazione sopra sintetizzata.
I programmi, completi, sono consultabili sul sito del Comune di Rimini
Commento finale: complessivamente tutti i programmi (non solo la parte economica) sono un lungo elenco di buoni propositi, che spaziano su tanti argomenti. Non mancano buone idee, a volte persino originali. Sarebbe però consigliabile, come avviene per qualsiasi relazione un po’ troppo lunga, una sintesi di poche paginette (due, massimo tre), perché gli elettori possano comprendere meglio le priorità.
E la mancanza di priorità è forse l’aspetto che più chiama l’attenzione leggendo i programmi. Un esempio su tutti: non ci sono dubbi, ribadito da tutti i sondaggi, che oggi il tema del LAVORO, soprattutto per i giovani, sia l’aspetto che preoccupa maggiormente le famiglie. Rimini compreso. Però questa urgenza di dare una risposta, che rimanda poi alle imprese che devono crearlo, a chi è senza lavoro non si coglie nei programmi. Notevole l’assenza di qualsiasi considerazione sul Polo tecnologico e l’Incubatore per start up che pure dovrebbero nascere, proprio a Rimini, con l’intenzione di creare buone imprese, perché solo così si potrà generare un buon lavoro.