Home Vita della chiesa È tempo di Africa

È tempo di Africa

Il 6 settembre 2008 Luca Torsani aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale. Originario di Rimini entrato nella Famiglia Missionaria Saveriana nel 1999, il 21 ottobre è partito per la Missione in Burundi. Briciole, giornale della Piccola Famiglia di Montetauro lo ha intervistato prima della partenza.
“Mi chiamo Luca Torsani, sono originario di Rimini. Sono entrato nei Missionari Saveriani nel 1999. Prima mi sono laureato in Ingegneria Meccanica a Bologna, poi ho fatto l’anno di servizio civile a Montetauro. Ho riconosciuto la vocazione al sacerdozio e alla missione attraverso un cammino percorso con l’aiuto trovato nella frequentazione della “Piccola Famiglia dell’Assunta” a Montetauro… Il riconoscimento di questa vocazione mi ha portato a conoscere e ad entrare nei Missionari Saveriani. Ho terminato gli studi teologici a Yaoundè in Camerun, dove ho emesso la professione perpetua il 5 novembre 2007 e ho ricevuto il diaconato il 15 dicembre 2007. Riparto per l’Africa, questa volta per il Burundi”.

Dall’università alla missione…
“Sì, poco a poco mi sono accorto che avevo anch’io una ‘vocazione’. È stato bello scoprire che il Signore aveva un progetto su di me, ed è ancora più bello sapere che Lui ha un progetto su ciascuno di noi. Lassù qualcuno ci pensa… è una consapevolezza che apre gli orizzonti; non ci si sente più soli”.

Come hai reagito?
“Mi sono chiesto: cosa posso fare per realizzarmi? Cosa ha pensato il Signore per me? Cosa posso fare io per il Signore e per gli altri?”.

Dove andrai in missione?
“Partirò presto per il Burundi. Non so ancora quali incarichi avrò, ma certo dovrò anzitutto imparare la lingua locale e mettermi in ascolto della gente. I quattro anni in Camerun mi sono bastati per capire che non si può arrivare in Africa come un professorino con tutto il sapere in tasca, trascurando la storia di un popolo, i suoi valori, la sua ricchezza. E non appartengo neppure a una Ong… Lo scopo principale di un missionario non è la beneficenza o la realizzazione di grandi progetti”.

Chi è per te il missionario?
“Personalmente, sento un vivo desiderio di trasmettere ciò che ho scoperto: il fatto che il Vangelo è veramente una ‘buona notizia’, anche per gli africani. Il Vangelo è Gesù in persona che entra nelle nostre vite. Non si tratta di trasmettere solo alcuni valori o riti. Mi sento chiamato ad aiutare gli altri a crescere nel rapporto personale con Cristo”.

Il Vangelo e l’Africa…
“Quasi tutti gli africani credono in Dio. Ma è molto più importante sapere e sperimentare che questo Dio si è manifestato, ci è venuto incontro, ci accompagna nel corso della giornata, dando un senso nuovo alla vita. Poi, questo rapporto con Cristo dà luogo a modi diversi di essere Chiesa, secondo il carattere proprio di ogni cultura. E questa varietà rende la Chiesa universale ancora più bella”.

E il Vangelo in Italia?
“L’annuncio del Vangelo in Italia deve continuare. È anche vero che io stesso sono il primo ad avere bisogno di essere evangelizzato ogni mattina. Il Vangelo rimane sempre una provocazione, un appello a convertirci, a cambiare il nostro modo di pensare e di desiderare… L’incontro con Cristo nella sua parola è un processo che non finisce mai”.

Però…
“Però credo di essere chiamato alla vita missionaria, fuori dall’Italia. L’annuncio qui non è mai mancato e in fondo credo che non manchi neanche adesso. Forse, sono la capacità di ascolto e il fatto stesso di porsi delle domande che sono divenuti più rari. È veramente una gioia per me avere la possibilità di condividere il cammino delle giovani chiese africane. Questo è un tempo propizio per l’Africa”.