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Di mano in mano, di vita in vita

Un fogliettino che passa da una mano all’altra, da chi dona a chi ha bisogno. Una riga dopo l’altra, scritto fitto l’elenco delle cose prese. Piccoli gesti, modi semplici di fare le cose e un aiuto concreto, costante. Il Cav, Centro Aiuto alla Vita di Rimini, lavora così concretamente e costantemente tra mille problemi di tipo economico e con la consapevolezza che con le risorse che si hanno a disposizione non si possono aiutare tutti. “Siamo costretti a fare delle scelte – spiega la presidente Anna Albini – ed è per questo motivo che facciamo dei colloqui preliminari con le persone che vengono a chiederci aiuto… e posso assicurare che sono davvero tante”.
Il Cav lavora con i soldi che arrivano dalle donazioni delle associazioni del territorio. Non ci sono sovvenzioni del Comune, e da nessun altro ente. Anzi “alcune volte sono proprio i Servizi Sociali del territorio a dirci che c’è qualcuno che ha bisogno di noi”. Sono più di 200 le donne che le volontarie del centro, 8 in tutto, hanno aiutato nel corso del 2011 e quest’anno si stanno sfiorando le 250.
Basta appostarsi martedì e venerdì, dalle 9 alle 11, nel piazzale che dà su via Ravegnani della chiesa di San Nicolò al porto, per trovarsi davanti ad una Babele. Una Babele di lingue, una Babele di culture, un miscuglio di generazioni. Sono tutte straniere. Fuori dalla porta, in fila, le mamme con i loro bambini; carrozzine e passeggini. Se è vero che ognuno ha la sua storia è altrettanto vero che la musica di sottofondo è sempre la stessa. Donne sole, abbandonate dai mariti che sono tornati nelle loro patrie; madri che portano avanti una famiglia numerosa dove a lavorare è solo l’uomo e solo in estate; giovanissime dagli sguardi smarriti perché non capiscono quello che le volontarie vogliono dir loro. Dentro la piccola stanza tutte tengono in braccio o per mano il loro bambino. Qualcuno piange, qualcuno gioca, qualcuno viene calmato con un biscottino.
“Io ho fatto il colloquio oggi – racconta Nadia, arrivata dalla Tunisia 6 anni fa – e hanno riconosciuto che posso avere diritto sia ai pannolini sia al latte… per la situazione in cui mi trovo”.
Nadia è molto giovane, 26 anni, un passato da studentessa a Bologna nella facoltà di ingegneria e 10 esami alla fine. Suo marito lo ha conosciuto a Rimini. “Aveva un lavoro stabile ma la crisi ha portato la sua azienda a ridimensionare, allora ci siamo trovati con il piccolo di tre mesi e l’affitto da pagare”. Imbarazzata mi spiega che ha chiesto gli aiuti per pagare le bollette e per avere qualche sussidio e che, attraverso il passaparola, ha trovato il Cav. “Non sapevo che qualcuno potesse aiutarmi semplicemente perché non avevo mai avuto bisogno. Adesso è così. Spero che passi”.
Difficile quantificare i soldi che il Cav spende durante l’anno, ma si tratta di decine di migliaia di euro. Le cose cambiano man mano che arrivano le donazioni o altri tipi di sostegno. Il latte e i pannolini sono la voce del bilancio che influiscono di più. E poi ci sono tanti casi unici: c’è, per esempio, un bambino allergico al normale latte, per il quale vengono spesi quasi 70 euro al mese. Ma non è l’unica eccezione.
“I pannolini – continua la Albini – hai visto questa mattina? (e mi indica la pila che alla fine di un venerdì qualunque al centro si è sensibilmente abbassata, ndr) Ieri ne abbiamo comprati per un valore di 6mila euro e non penso che riusciremo ad arrivare a fine mese con questo carico”.
Giocattoli e vestiti arrivano attraverso le donazioni fatte alle parrocchie o semplicemente da mamme che vogliono aiutare altre mamme.
Il venerdì al Cav è quasi finito quando Irina si avvicina ad Anna Albini e riconsegna vestiti che aveva preso al centro ma che “sono ancora nuovi” e 5 buste di pappetta di riso: “La mia piccola non le mangia più, Anna. Te le ho riportate così puoi darle a qualcun altro”. Capita anche questo. Irina sta ancora parlando ma la sua piccola si è scocciata. Ha in mano una trottola ma non sa farla funzionare. Irina deve andare da lei, i sacchetti di pappetta passano di mano in mano e il cerchio dell’aiuto si chiude…

Angela De Rubeis