Home Attualita Dal reportage sulla Notte Rosa allo… sbarco degli studenti

Dal reportage sulla Notte Rosa allo… sbarco degli studenti

Continua, nonostante il solleone, il nostro viaggio virtuale per i meandri della Rete, alla ricerca delle notizie più curiose e simpatiche che i quotidiani di tutto il mondo pubblicano su Rimini e la sua provincia.

Quella Notte Rosa all’inglese. Guarda caso, il primo articolo in cui ci imbattiamo è un vero e proprio reportage sulla “Notte Rosa”. A pubblicarlo il quotidiano britannico Metro, il cui incipit non potrà che fare piacere ai riminesi: “La Notte Rosa è la risposta italiana al Carnevale di Rio”.
Curiosa, invece, la spiegazione delle ragioni alla base della nascita dell’evento che, secondo il periodico, avrebbe avuto origine, nel 2006 “come ricompensa per le donne del luogo, orfane dei mariti, impegnati a seguire il calcio, dopo la vittoria dell’Italia nei Mondiali di Germania”. Mito o meno? Quel che più importa, ad ogni modo, è la capacità dell’evento di attirare oltre un milione e mezzo di persone ogni anno sulla Costa Adriatica, con Rimini “cuore pulsante di tutto il divertimento”.
Il quotidiano prosegue con il racconto dell’evento dello scorso anno, con la giornalista Tracy Davies che ricorda come, “nonostante la sua pacchianeria, era impossibile non farsi prendere dallo spirito di festa diffuso per le strade: le signore erano avvolte in boa di piume rosa, mentre gli uomini vagavano per le strade con in testa una marea di borsalino rosa e si vedevano più cappelli da cowboy che ad un concerto di Dolly Parton!”. La giornalista ha preso spunto per raccontare anche una tradizione tutta riminese: una volta terminata la festa, verso le 6 del mattino, “si fa colazione con bomboloni, una pasta simile ai doughnut riempita di crema, meglio se rosa”.
Certo non sono tutte… rose, e così la reporter di Metro non manca di ricordare che “Rimini attrae orde di turisti ogni anno, anche se la zona assomiglia ben poco alle altre località famose del Mediterraneo, con spiagge non proprio deserte e un mare il cui colore è più simile all’asfalto che all’azzurro. La città era al suo massimo negli anni ’60 e ’70, quando milioni di persone sceglievano di trascorrervi le vacanze estive, mentre oggi assomiglia più a Blackpool che alle Barbados”.
Eppure, anche così, alla fine la giornalista ammette di essersi davvero divertita, forse complice la bottiglia di frizzantino rigorosamente rosé che si è portata in spiaggia per guardare i fuochi d’artificio, ascoltare i concerti e capire, con “un pizzico di felicità tutta rosa nel mio cuore, che la festa sta solo iniziando”.

Dal legno nascono altalene e tavoli. Dalla stampa inglese a quella tedesca, che racconta la Valconca, più precisamente Coriano, dove ha sede la Comunità di San Patrignano, di cui parlano, rispettivamente, sia l’Augsburger Allgemeine che NWZ Online. Entrambi i quotidiani parlano di una mostra che ha molto colpito i loro redattori, in trasferta in Italia, lo scorso mese di aprile, in occasione della Fiera del Mobile di Milano. Gli articoli tessono lodi sperticate per l’inventiva con cui 30 noti designer hanno utilizzato il legno di riciclo delle vecchie botti per il vino utilizzate a San Patrignano per creare altalene, tavoli, panche e sedie, che sono stati esposti nella mostra “Barrique”.

Francesi da… sbarco. Da un’impresa già avviata e famosa in tutto il mondo, passiamo a parlare di quattro ragazzi francesi per cui la propria azienda è ancora poco più di un sogno da costruire. A darcene l’occasione, un articolo apparso su Le Journal de Saone-et-Loire, che parla della nostra città in quanto sede degli stage lavorativi che i quattro ragazzi, studenti del primo anno dell’Università per il Commercio, stanno svolgendo, presso aziende locali. I giovani, impegnati in varie attività commerciali, da alberghi a negozi, sono tutti entusiasti per la possibilità di unire studio e vacanze.

Fabio Parri