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Dal nuovo numero de ‘Il Ponte’: la donna che parlava con Paolo VI

E’ stato uno dei personaggi che hanno maggiormente contribuito alla storia culturale e civile di Rimini. Sabato 27 ottobre sarà dedicata un’intera giornata di studi a Maria Massani, che molti ricordano per le due fondazioni da lei promosse, intitolate ad Alberto Marvelli e Igino Righetti.
“E non solo di queste – puntualizza il Prof. Piergiorgio Grassi, presidente della Fondazione “Igino Righetti”, organizzatrice del seminario -. Nella sua lunga esistenza Maria Massani ha dato origine a molte iniziative che, a partire soprattutto dal secondo dopoguerra del secolo scorso, hanno segnato la vita riminese. Basti pensare all’impulso che è venuto da lei per la istituzione dell’Università a Rimini. Con gli amici del Consiglio di Amministrazione della Righetti, con l’Associazione Alberto Marvelli, una comunità consacrata di diritto diocesano fondata anch’essa da Maria Massani, si è pensato di recuperare la memoria di una donna coraggiosa e lungimirante che ha significato molto per la Chiesa e la città di Rimini”.

Quali aspetti della sua biografia intellettuale e religiosa saranno messi in evidenza nella giornata di studi?
“Intanto c’è da dire che sulla sua formazione ha avuto una decisiva influenza la partecipazione al Circolo romano della Fuci negli anni Venti dove ebbe modo di incontrare tanti futuri protagonisti della vita della Chiesa e, successivamente, della società italiana. A cominciare da Giovan Battista Montini, il futuro Paolo VI, con il quale rimase sempre in amicizia e in corrispondenza (purtroppo gran parte delle lettere è andata perduta). Lì conobbe meglio anche un illustre riminese, Igino Righetti, che da futuro presidente nazionale della Fuci e fondatore dei Laureati cattolici fu riconosciuto come guida morale e intellettuale di generazioni di cattolici. Tutte persone che dettero buona prova di sé in politica nel secondo dopoguerra. Alcuni di loro parteciparono all’elaborazione della nostra Carta costituzionale. Si pensi a Guido Gonella, ad Aldo Moro, a Emilio Colombo, ad Angela Gotelli, a Giovan Battista Scaglia e a tanti altri. Stretti furono i rapporti di amicizia di Maria Massani anche con Giorgio La Pira e con Giuseppe Lazzati”.

Che tipo di ambiente era quello della Fuci a Roma?
“Montini e Righetti puntavano ad una solida formazione culturale e spirituale. Operarono perché i giovani universitari, e successivamente i giovani laureati, prendessero la consuetudine a leggere i classici del cristianesimo, i grandi mistici e ad avvicinarsi personalmente alla Bibbia.
Maria Massani era una profonda conoscitrice delle Lettere di San Paolo. Un’eco di queste letture prolungate si ritrovano nei suoi scritti. Inoltre, grande attenzione veniva data alla letteratura, all’arte e all’impegno nel sociale. Tutto questo mentre era in atto un tentativo di egemonizzare l’educazione da parte del fascismo. Da queste frequentazioni credo che Maria Massani abbia tratto molte sollecitazioni, compresa la pratica costante della scrittura (scrisse un romanzo e delle biografie) e dell’arte (ad esempio la pittura), mettendoci di suo la capacità di riunire le persone e di motivarle all’azione”.

C’è anche il lungo capitolo dell’incontro con Marvelli…
“Certamente sì. La Massani lo ebbe come allievo al Liceo classico “Giulio Cesare” e mantenne i rapporti con lui anche successivamente. Forte fu la collaborazione fra i due quando si trattò di istituire a Rimini il Movimento dei laureati cattolici che nel dopoguerra sviluppò una serie di iniziative di grande respiro, aperte alla città. Non dobbiamo poi dimenticare che Maria Massani fu la prima biografa di Marvelli, ne intuì la profonda spiritualità, contribuì a mantenere viva l’attenzione nei confronti di un uomo che seppe essere un contemplativo sulle strade, un laico competente nella professione che stabiliva delle relazioni sempre improntate all’accoglienza dell’altro, testimoniando così la sua fede nel Dio di Gesù Cristo. Maria Massani, Igino Righetti, Alberto Marvelli hanno incrociato le loro biografie e si sono arricchiti vicendevolmente. Ed è da sottolineare il fatto che hanno dato un contributo forte allo sviluppo di un ethos condiviso nella città. Ricostruirne la biografia della Massani vuol dire anche recuperare momenti essenziali di una storia comune”.
(c.z.)