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Cucina che ti passa

La prestigiosa rivista “Time” è solita per tradizione eleggere il personaggio dell’anno. Nel 2011 la scelta è andata a una categoria: gli indignati e i manifestanti di tutto il mondo. Nel nostro piccolo, invece, a chi dedicare la copertina? Anche noi a una categoria: senz’altro quella dei cuochi. Pure Rimini ha deciso di conferire il Sigismondo a uno chef di fama internazionale, forte di un curriculum lungo e, visto il campo, nutrito. Pure troppo: oggi per assurgere alla categoria di star dei fornelli basta infatti assai meno. Gli scaffali delle librerie sono pieni di manuali di cucina firmati da rampanti star del mestolo consacrate da canali satellitari, oppure conduttrici ed ormai ex giornaliste che hanno trovato nel filone la loro fortuna (beate loro che pur lavorando in network nazionali hanno sempre avuto a disposizione ore e ore per dilettarsi coi mestoli: a noi giornalisti di provincia ci salva il pizzaiolo a domicilio).
L’importante comunque è non esagerare. Perché se davvero siamo in crisi, bisogna allora darsi un contegno. Ragion per cui, scusate se insisto, chi spende soldi per un babbonatale rampicante sul terrazzo non potrà mai lamentarsi di far fatica a far quadrare i conti. Nel caso specifico va bene imparare a cucinare, ma senza farne una ragione di vita e girovita. I nostri nonni, quando parlano della loro giovinezza, ci raccontano della fame che hanno fatto. Noi non potremo mica raccontare ai nostri nipoti che nei terribili anni della crisi eravamo sempre dietro a intingoli e gourmandises.