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Come uscito dai “Fioretti”

La mattina del 21 gennaio 2009 si è svolto nella chiesa delle Grazie di Rimini il funerale di padre Silvestro Brigidi. Ha presieduto la Messa il vescovo Francesco, concelebranti il Provinciale, insieme a tanti altri sacerdoti, preti e frati. La gente riempiva le due navate della chiesa. Un’atmosfera di festa e di commozione. Omelia del vescovo che ritrova padre Silvestro nella cornice delle Fonti Francescane; commenti unanimi, uniti a tante lacrime:“Era semplice, disponibile, un cuore d’oro…”. Una piccola apoteosi di fervorosa devozione francescana (e certamente padre Silvestro gongolava in Paradiso…).

Padre Silvestro aveva compiuto 92 anni il 9 aprile. Era nato a San Lorenzo in Correggiano, era entrato nel Collegio Serafico di Cotignola nel 1929, a 12 anni. Noviziato a Rimini Le Grazie, anno 1932/33, dopo aver cambiato il nome di battesimo Giovanni in quello di fra Silvestro. Il 7 giugno 1941 con l’ordinazione sacerdotale diventa padre Silvestro, dopo aver fatto il corso liceale a Parma e quello teologico a Bologna.
Appena terminati gli studi, nel 1942, fu destinato al convento dell’Annunziata di Parma, economo conventuale e cappellano del cimitero cittadino della “Villetta”.
Come cappellano della Villetta padre Silvestro assecondò il moto devozionale che, sull’onda della sempre crescente venerazione attorno alla tomba di padre Lino, stava trasformando il cimitero cittadino in autentico santuario. Nel 1947 partecipò con padre Gregorio Giovanardi all’esumazione della salma di padre Lino e alla sua traslazione dalla cella funeraria sotterranea all’urna di marmo collocata, insieme alla statua-ritratto del frate della carità, a livello terra..

Dal 1952 è a Fiorenzuola, economo e confessore.
Nel 1956 fu trasferito a San Piero in Bagno, per consiglio dei medici, che avevano riscontrato qualche sintomo polmonare preoccupante. Nemmeno la balsamica aria del convento di San Piero bloccò un’evoluzione negativa, che portò padre Silvestro ad Arco di Trento, in un sanatorio per il Clero, dove passò tre anni. Il suo passaggio nella comunità di giovani sacerdoti e religiosi bloccati da un’inattività interminabile nel periodo più bello della loro vita, rimase nella storia del sanatorio. Era il beniamino di tutti. Semplicità disarmante, gioia interiore, spontaneità di un bambino. Con riferimento al suo cognome, lasciò che lo chiamassero “Lollobrigido”, il frate più bello del mondo… Scherzi a parte, tutti percepivano il notevole spessore del francescano e del sacerdote.

1959: due mesi di convalescenza nel convento di Forlì; poi – per tre anni – a Cesena, cappellano dell’ospedale Buffalini. 1965-67, a Mirandola. Cappellano del Ricovero. 1967-70, a Carpi San Nicolò: Economo conventuale, collaboratore del parroco, “molto confessore”. 1970/73: a Montepaolo, guardiano. 1973 a Mirandola, cura della chiesa e particolarmente del confessionale. Dal 1982 al 1985 cappellano della cappella dell’Opera Marella a San Lazzaro. Nel 1985 a Rimini.
Nella città adriatica, vicino al suo paese natale, ha passato (salvo una breve pausa a Forlì) il resto della sua vita. A San Bernardino, dove si è dedicato appassionatamente alla chiesa (custodia della sagrestia, decoro della liturgia, confessionale) e dove per un triennio è stato anche guardiano. Poi gli ultimi anni alle Grazie, da dove, pure nelle condizioni della precaria salute, ha irradiato per le anime “spirito e vita” con la sua rasserenante conversazione e con l’inesauribile disponibilità al ministero del confessionale.

Ricorderemo sempre padre Silvestro come un frate Ginepro uscito dai Fioretti: una persona simpaticamente unica. Due citazioni dalla scheda cronologica autobiografica, redatta di suo pugno, conservata nell’archivio provinciale. A proposito del suo servizio all’ospedale di Cesena, 1959/65, scrive: … ho esercitato con volontà eroica la missione sacerdotale tra gli infermi; commenta la sua nomina a guardiano di Montepaolo nel 1970: Finalmente superiore – Che bello soffrire!!!.

Fr. Berardo Rossi