Home Attualita Una chimica da Nobel Rinaldi e il collega da Premio

Una chimica da Nobel Rinaldi e il collega da Premio

C’è anche un piccolo ione riminese nel Premio Nobel appena assegnato per la chimica.
Il prestigioso riconoscimento mondiale 2019 per la chimica è stato assegnato per lo sviluppo di batterie agli ioni di litio a tre scienziati: il tedesco John B. Goodenough, il britannico M. Stanley Whittingham e il giapponese Akira Yoshino. E il riminese Daniele Rinaldi, docente dell’Università Politecnica delle Marche, in tempi non sospetti ha collaborato proprio con il prof. John B. Goodenough, su ricerche riguardanti la struttura cristallografica e l’ordine magnetico di La1-xSrxCoO (che presenta una struttura di perovskite distorta) per differenti concentrazioni di Sr.

Rinaldi, lei nel 1999 scriveva insieme al prof. John B. Goodenough un articolo scientifico. Avrebbe mai immaginato che il suo collega sarebbe diventato Premio Nobel?
“Era già famoso allora, ma non si parlava di Nobel.”

Come accade l’incontro e cosa significa costruire insieme un articolo scientifico?
“Fu contattato dal Prof. Caciuffo (allora anche lui come me all’Università Politecnica delle Marche-Ancona) per questa ricerca a causa delle sue note capacità. Ma a parte lui, tutta la squadra con la quale ho lavorato per anni era di altissimo livello: il prof. Roberto Caciuffo, ora Head of the Advanced Nuclear Knowledge Unit at the JRC (Karsrhue-Germania), Dino Fiorani, già direttore del ISM-CNR a Roma che è uno dei padri dei materiali nano-magnetici (con applicazioni in elettronica, medicina…).
Fondamentale è la collaborazione e non la competizione, come si dice ora seguendo le mode. È necessario mettere assieme diverse competenze (e strumentazioni) a livello internazionale. Ci si incontra ai meeting ed ai congressi oppure il contatto nasce leggendo le pubblicazioni dei colleghi. Noi Italiani siamo quotati, peccato che stiamo perdendo terreno, ci sono sempre meno soldi per la ricerca, e per assumere giovani. Su questo il confronto coi paesi occidentali è deprimente e il risultato è un senso di frustrazione.”

Può spiegare in termini meno da iniziati i contenuti della vostra ricerca?
“È stato un lavoro fondamentale perché ha aperto la strada alla comprensione del comportamento di queste particolari strutture cristalline cubiche spesso distorte (perovskiti) che hanno un comportamento diverso a seconda delle variazioni composizionali. Hanno innumerevoli proprietà a causa della loro struttura elettronica. Una caratteristica, ad esempio, è la capacità di cambiare la resistenza al passaggio di corrente in funzione del campo magnetico applicato, ma possono essere anche semiconduttori o superconduttori. Possono avere molteplici applicazioni specie nei settori dell’elettronica, fotovoltaico, aerospaziale, optoelettronica”.

Lo studio ebbe buona risonanza?
“Il lavoro risulta fondamentale nel campo delle perovskiti perché è ancora attualmente citato nonostante siano passati molti anni”.

Per chi fosse appassionato all’argomento, può trovare l’articolo: Caciuffo, R., Rinaldi, D., Barucca, G., Mira, J., Rivas, J., Señarís-Rodríguez, M.A., Radaelli, P.G., Fiorani, D., Goodenough, J.B. Structural details and magnetic order of La1-xSrxCoO3 (x ≤ 0.3) (1999) Physical Review B – Condensed Matter and Materials Physics, 59 (2), pp. 1068-1078. Cited 319 times. Nel frattempo Rinaldi, laureato in Ingegneria elettronica e in Sociologia, prosegue la sua attività di Ricercatore Confermato all’Università Politecnica delle Marche. Membro del gruppo di ricerca internazionale Crystal Clear Collaboration (CCC) al CERN (Ginevra, Svizzera), è Team Leader del gruppo UPM (esperimento del CERN RD-18) e vicepresidente del Centro interdisciplinare di ricerca e analisi dei cristalli (ICRYS) presso UPM. Svolge ricerche sui materiali nano-magnetici (con applicazioni in elettronica, medicina) e sui cristalli scintillatori