Home Attualita C’è un mastro Geppetto in valle

C’è un mastro Geppetto in valle

In viaggio c’è chi acquista il souvenir del luogo visitato: una cartolina, un oggetto di merchandising, un magnete con le fattezze di un monumento. Bruno Stefani no. I suovenir non gli interessano. Se la sua meta è Lourdes, Roma o Fatima, Bruno si ferma ad osservare le statuine esposte nei negozi, quelle che raffigurano santi del luogo e Madonne. Le osserva, le studia da ogni angolazione, se le imprime bene in mente. Una volta tornato a casa, nella sua Ca’ Romano, traduce le “fotografie” sul legno. E così dalle sue abili mani, il legno si trasforma in statue di san Pio da Pietrelcina e della Madonna di Lourdes, della Madonna di Fatima e di san Giovanni Paolo II, di san Francesco e della Madonna di Medjugorie, e perfino una piccola Pietà.
Bruno Stefani (nella foto©altarimini) è scultore. Ama il legno e il disegno, e realizza statue. Statue devozionali. Ottime realizzazioni di arte sacra. Al n. 23 di via Ca’ Romano, nell’omonima, piccola frazione di Pennabilli (una cinquanta i residenti), c’è l’antro di questo scultore.
Operaio in pensione ormai da tempo, Bruno da qualche stagione ha finalmente potuto tradurre su legno una passione che viene da lontano. Disegno e scultura li ha amati fin da giovane, ma poi il lavoro e la famiglia lo han diretto su altre strade. Per un certo periodo è stato persino in Libia per motivi professionali, limitando il suo estro a qualche disegno su carta, pensando che l’arte – e in particolare la scultura – fosse un hobby troppo impegnativo da coltivare.
La prima scintilla fu un aratro trainato dai due immancabili buoi, realizzato circa 20 anni fa. “Era un modo per mostrare ai nipoti il lavoro dei campi all’epoca in cui trattori e macchine non esistevano” racconta Stefani. La svolta arriva qualche tempo dopo. La causa scatenante è il furto nella piccola chiesa del paese vicino. I soliti ignoti asportarono anche la statua di un angioletto. I residenti avanzarono dunque la richiesta a Stefani: “Perché non realizza una copia dell’angioletto trafugato?”.
Il dado è tratto. Bruno mise le ali all’angelo e da quella realizzazione iniziò a far “volare” le sue statue. Ad esempio i personaggi del presepe che la chiesa di Ca’ Romano ospita di anno in anno, e che oggi si compone di 70 esemplari. Eppoi le statuine devozionali, un esercito di santi, Madonne e Crocifissi arrivato ad oltre 100 statue e statuette.
“Ingegno senza tempo, quello di Stefani. – dice di lui il sindaco Mauro Giannini – Ha una passione smisurata che traduce in opere e mi pare che anche i risultati artistici siano di rilievo, per cui gli auguro di proseguire così. Il paese è orgoglioso di questi personaggi”.
Qualche statuina è finita nella vetrinetta dei nipoti, altre sono state commissionate ma la maggior parte della produzione è esposta a casa Stefani, nell’antro dello scultore. Senza studi specifici e con il solo aiuto di coltello e carta vetrata, le immagini sacre sotto le mani di Stefani diventano realtà di legno e di arte.

Paolo Guiducci