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Caritas Riccione, parlano i sacerdoti: “Al centro i poveri”


Al centro devono esserci sempre i poveri. All’indomani dell’assemblea dei soci dell’associazione Caritas di Riccione, i preti della Perla Verde hanno scritto una riflessione proprio sulla Caritas cittadina, le sue finalità, i suoi obiettivi. Di seguito, l’intervento integrale dei parroci riccionesi.

Venerdì 20 aprile presso la Parrocchia di San Martino, si è svolta l’assemblea dei soci dell’Associazione che prevedeva l’approvazione del bilancio 2017 e l’elezione del nuovo direttivo. Tantissimi iscritti hanno partecipato a questo momento e, a detta dei più, c’è stata una partecipazione come mai fino ad oggi.
La Caritas Cittadina di Riccione è nata in occasione del Giubileo del 2000, voluta dalle parrocchie, come segno visibile ed efficace di carità e, al contempo, sollecitazione permanente alla carità per la comunità locale. Quasi contemporaneamente è sorta l’Associazione Madonna del Mare, con lo scopo di gestire la sede della Caritas.
La Caritas è lo strumento pastorale diocesano e parrocchiale di educazione comunitaria alla carità. Il nostro Vescovo Francesco Lambiasi nel discorso alla presentazione del Rapporto della Caritas sulle povertà diceva che: “La Caritas non è l’organo erogatore di aiuti, distributore di fondi, promotore di collette da dividere con/tra i poveri. E’ invece l’organo che aiuta l’organismo a realizzare una sua funzione vitale: la pratica dell’amore. E’ l’occhio che fa vedere i problemi antichi e nuovi…
Al centro devono esserci sempre i poveri. Per Gesù i poveri non erano masse anonime. Problemi da risolvere. “Funzioni” da utilizzare. Ma volti da guardare. Persone da incontrare. Fratelli da abbracciare. Nella scelta di Gesù di vivere povero e con i poveri c’è una costante: mai soltanto l’aiuto, ma sempre l’accoglienza. Non basta sapere chi è il povero e perché lo sia, né basta vederlo, né basta aiutarlo. Occorre che diventi davanti a me quello che è: una persona, con un volto preciso. Come un fratello”.
Noi sacerdoti di Riccione siamo convinti che la Caritas cittadina debba continuare su questa strada indicataci dal nostro Vescovo, perché solo su di essa possiamo essere una Chiesa capace di condivisione e di servizio.
La Caritas cittadina è questo luogo dove ogni persona si sente accolta e dove ciascuno può donare del suo tempo per essere compagno di viaggio di chi è nel bisogno, per cui come parroci ci teniamo a sottolineare che la Caritas non rappresenta nessun partito e non appoggia nessuna scelta di parte.
Se si desidera fare veramente una buona politica occorre meditare le parole di Papa Francesco in visita pastorale a Cesena lo scorso 1 ottobre: “Una politica che non sia né serva né padrona, ma amica e collaboratrice; non paurosa o avventata, ma responsabile e quindi coraggiosa e prudente nello stesso tempo; che faccia crescere il coinvolgimento delle persone, la loro progressiva inclusione e partecipazione; che non lasci ai margini alcune categorie, che non saccheggi e inquini le risorse naturali – esse infatti non sono un pozzo senza fondo ma un tesoro donatoci da Dio perché lo usiamo con rispetto e intelligenza. Una politica che sappia armonizzare le legittime aspirazioni dei singoli e dei gruppi tenendo il timone ben saldo sull’interesse dell’intera cittadinanza”.
Sulla statua di San Giovanni Paolo II, nel parco a lui dedicato, c’è una sua frase che invita a lavorare tutti insieme per lo sviluppo dell’uomo e della donna, così come di tutta l’umanità; è un imperativo che non può non coinvolgere ogni persona ed ogni istituzione civile ed ecclesiale.