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Autodemolizione

Come noto le campagne elettorali si fondano su una parte «contruens», quella dei programmi, e su una parte «destruens», quella della denigrazione dell’avversario. La mia impressione è che questa volta, essendo i tempi stretti, si sia passati direttamente alla fase «destruens». I programmi e le proposte vanno cercati col lanternino mentre il messaggio che passa più spesso è “mica vorrete che vadano al governo quelli là?”.
Mi è per caso capitato di rileggere un’intervista su «La Stampa» del 25 marzo 1994, due giorni prima delle elezioni, a Mino Martinazzoli, all’epoca segretario del neonato Partito Popolare italiano. Gli chiesero un commento sul faccia a faccia televisivo Berlusconi-Occhetto, e lui rispose che era un utile spunto per gli spettatori “per capire che cosa succederebbe se comandassero questi qui”. La proposta vincente era la sua: vedendo il faccia a faccia “Credo gli spettatori se ne siano accorti in massa”. Non proprio tutti se ne accorsero visto come andò il voto dopo il quale lo stesso Martinazzoli si dimise da segretario. Insomma, fate attenzione a che la demolizione altrui non vi si ritorca contro. Anche se i tempi sono cambiati e i volti pure (nel senso che qualcuno di quelli del 1994 c’è ancora con un volto rifatto nuovo nuovo, ma questa è un’altra storia).

Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini