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Arie di un tempo

smogSapevate, cari cittadini di Rimini, che avete tranquillamente passeggiato in giornate in cui si consigliava “di evitare attività fisiche intense e prolungate all’aperto e di rimanere il più possibile in ambienti chiusi, in particolare per i soggetti a rischio”?
E in una giornata in cui si consigliava addirittura “di ridurre il più possibile la permanenza  all’aperto” e “agli individui particolarmente sensibili (es. asmatici, cardiopatici, bambini, anziani) di consultare il proprio medico curante per consigli specifici”?. Se non lo sapevate, ve lo dico io: sono i consigli di Arpa quando i livelli di Pm10 si attestano tra i 100 e i 150 microgrammi per metro cubo, avvenuto più volte a cavallo tra gennaio e febbraio, e quando superano quota 150, avvenuto in un caso. Ma il problema smog ormai è vintage: ha avuto un po’ di popolarità nei primi anni Duemila quando siamo stati chiamati a controllare se la nostra auto aveva targa pari o dispari, poi è passato di moda. E oggi non bastano a farci percepire il pericolo misure come domeniche ecologiche vissute come un pro forma o ordinanze senza controlli e sanzioni che impongono di abbassare di un grado il riscaldamento (di solito, per convincermi ad abbassare mi basta leggere la bolletta).
Per quanto pericolose, le micropolveri sono troppo micro per essere percepite. Non si vedono, non si fotografano, non si postano su Facebook, non portano condivisioni o “mi piace”. E pazienza se ai polmoni non piace.

 

Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini