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Anime in pena

19I centri commerciali hanno vinto da tempo per manifesta superiorità. Se in un pomeriggio d’estate piove non c’è alternativa, tanto meno la domenica. Come noto sono luoghi alienanti, dove l’ampiezza degli spazi e quel sottofondo indistinto di musica, chiacchiericcio e condizionatori ci stordisce appena entriamo. Tanto che quando il ragazzotto in camicia ci si avvicina per chiederci se abbiamo internet a casa – domanda che a qualsiasi persona adulta inserita socialmente sembra un po’ assurda (“ No, caro. Ma ho un bellissimo telefono a rotella”) – ci sembra quasi un’allucinazione. Ogni tanto però c’è un barlume in cui ci pare che l’animo umano sia ancora riconosciuto, come quella postazione con tanto di tribunetta dove l’emittente satellitare su ampia profusione di pollici regala la visione gratuita di tutte le gare degli europei. Un’oasi nel deserto per mariti e fidanzati (“ vai pure a vedere quel negozio che dicevi, io ti aspetto qui”) dove Turchia-Croazia, in quel contesto, sembra la madre di tutte le partite e le parole di Billy Costacurta nel dopogara più imperdibili del discorso di fine anno del capo dello Stato. Poi inevitabilmente la tribuna si svuota, che bisogna ricongiungersi. In attesa di un’altra mandata di anime in pena da soccorrere: tra meno di un’ora c’è Polonia-Irlanda del Nord.

Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini