Home Attualita “Anche nei momenti bui, ora vedo la luce”

“Anche nei momenti bui, ora vedo la luce”

battesimo adultiLa porta della fede è sempre aperta. Non c’è età per intraprendere un percorso di fede e di iniziazione cristiana. È quello che sta facendo un ragazzo albanese che tra poco compirà diciassette anni. Emanuele Veliu vive a Gabicce, frequenta il Liceo Scientifico a Riccione, ma casa sua è la comunità di Morciano. La sua storia è una vera e propria testimonianza di come sia bello ed affascinante vivere la fede.

Emanuele, raccontaci come sei arrivato in Italia…
“Io sono nato il 6 aprile 2000 a Valona, una città molto importante dell’Albania, perché è qui che venne dichiarata l’indipendenza nel 1912 durante la prima guerra balcanica. Valona fu la prima capitale dello Stato albanese. In famiglia non si è mai professata e praticata alcuna religione, ma Dio era presente nella nostra vita. Mia nonna era musulmana, la religione più diffusa in Albania. A 6 anni, nel 2006, sono venuto in Italia con mia mamma, mia sorella e i miei due fratelli. Precisamente ci siamo stabiliti in Toscana, dove mio babbo era già per lavoro dal 1992. Dopo alcuni anni siamo andati in Veneto, per poi concludere il viaggio in Emilia Romagna e nelle Marche. Infatti, dal 2011, viviamo a Gabicce.”

La tua seconda casa è però Morciano…
“Devo molto alla comunità di Morciano. Frequentando il Liceo Scientifico ’A.Volta’ di Riccione ho avuto la fortuna di incontrare il parroco don Massimiliano Cucchi, che è tutt’ora il mio professore di religione. Nella mia classe ci sono tantissimi ragazzi morcianesi, con i quali si è creata un’amicizia fraterna più unica che rara. Mi hanno fin da subito ‘adottato’, mi sono sentito voluto bene ed accolto. A Gabicce ho comunque mantenuto un gruppo di amici e faccio parte della squadra di calcio”.

Come è avvenuto il tuo avvicinamento alla fede?
“Nel 2014, anno in cui ho iniziato il liceo, ho conosciuto don Massimiliano e i compagni di classe di Morciano. Grazie a loro piano piano ho capito che mi sarebbe piaciuto vivere la fede attraverso esperienze e condivisione. Non ero mai stato in Chiesa in vita mia e nel dicembre 2015 partecipai ad una veglia di preghiera dell’Azione Cattolica giovani a Morciano.
Il don è stato decisivo con il dialogo e con il tempo che mi ha dedicato, gli amici hanno dato spazio alla mia curiosità e mi hanno dato fiducia. Ho continuato a frequentare il gruppo e a settembre 2016 ho vissuto l’esperienza del campo scuola di AC, durante il quale il don mi ha dato la possibilità di vivere la confessione e mi ha chiesto se avessi voluto diventare cristiano. Un momento forte ed emozionante, provavo un mix di paura e voglia di mettermi in gioco. Al ritorno a casa, non ci pensai due volte, perché mi sentivo chiamato dal Signore.
Sempre a settembre ho intrapreso anche il cammino da animatore-educatore ACR.
E arriviamo a questi giorni: se mi guardo indietro penso a quanto sia stata bella e arricchente la strada percorsa, se mi proietto in avanti mi brillano gli occhi, perché l’incontro col Signore mi ha cambiato la vita”.

Quando sarai cristiano a tutti gli effetti?
“Sto vivendo il percorso di formazione e preparazione ai sacramenti come catecumeno, quello previsto dal Rito di Iniziazione cristiana degli adulti. Ho già vissuto la candidatura e l’elezione. Domenica 26 marzo ho vissuto i riti preparatori e domenica 2 aprile mi è stato consegnato il Vangelo, il Padre Nostro e il Credo. Tutti questi momenti sono condivisi con la comunità durante la Santa Messa e prevedono incontri infrasettimanali che mi preparano nel modo giusto. Ho scelto come mei padrini don Massimiliano, Lorenzo, uno dei miei educatori, ed Elia, un compagno di classe che considero un fratello. Nella notte di Pasqua, il 15 aprile, riceverò il Battesimo, la Comunione e la Cresima”.

Emanuele, che cosa provi in questo momento?
“Il desiderio di diventare cristiano nasce perché nella fede e nella speranza che mi porto nel cuore ho trovato tante certezze. Non mi accontento di una felicità con la f minuscola, ho sete di verità e pienezza. Ho vissuto tanti momenti bui, come ad esempio la perdita di una sorella quando avevo 9 anni, che però ho trasformato in momenti di luce: ci è voluto tempo, ma ho capito che ogni cosa è inserita in un progetto più grande di noi”.

Tommaso Mazzuca