Alla ricerca del loculo perduto

    I loculi non sono infiniti. Anzi, sono proprio finiti. Come al cimitero di San Lorenzo in Correggiano. E i lavori di ampliamento non sono previsti fino al 2009. Stranamente la programmazione non va mai di pari passo con le reali esigenze della popolazione. E i tempi sono sempre più dilatati. Conseguenza, si ricomincia con i balletti dei prestiti provvisori di chi, saggiamente, si è premunito acquistandosi in anticipo loculi doppi: certamente triste, ma ormai unico modo per garantirsi la sepoltura nel forese.
    C’è chi, per avere la sicurezza che dopo la morte vengano rispettate le proprie volontà in merito alla sepoltura, lo lascia addirittura scritto. O chi fa la processione agli sportelli degli uffici cimiteriali per raccomandarsi di essere avvisati subito quando si avrà la possibilità di acquistare un loculo. E a nulla valgono le “amicizie” per garantirsi il riposo eterno. I tombini possono essere acquistati solo in presenza di una salma: magari però si può comprare a più posti e tenere gli altri momentaneamente sfitti, in attesa dei prossimi trapassi.
    Discorso diverso, invece, per la tomba di famiglia. In questo caso si può acquistare (quei pochi fortunati che se la possono ancora permettere) anche se non serve a nessuno dei parenti. C’è allora chi si vende addirittura l’appartamento per comprarsi un tempietto privato, così tutti sono sicuri di non dover essere separati e di non essere costretti ad elemosinare da parenti e amici un prestito temporaneo per morire in pace. Magari dovranno andare in affitto per il resto dei loro giorni terreni, ma per l’aldilà un tetto è sicuro.
    Ma c’è anche chi si accontenta di andare in terra. Per il momento lì non ci sono problemi. Sì, ma ancora per poco. Perché anche per le inumazioni la vita sta per farsi dura. Il terreno non decompone più come una volta e oggi non bastano 10 anni per la demineralizzazione delle salme. Alcune sono estratte ancora intatte e allora si dilatano i tempi di turnazione dei campi di sepoltura e presto verranno a meno anche i posti in terra. E il cimitero ormai non ha più spazi liberi intorno.
    Tenere il passo con gli attuali numeri dei decessi sta diventando quindi una vera impresa. E infatti si pensa alle… imprese esterne per ovviare a certi problemi cimiteriali. Si è iniziato con la vendita dei tombini direttamente da parte di chi li costruisce con un agente all’interno degli uffici comunali che vende e incassa direttamente. I ben informati dicono sia il primo passo verso la futura esternalizzazione dei Servizi. E intanto con l’ormai famoso sistema del project financing si pensa di dare attuazione alla realizzazione di un Tempio Crematorio. Ma attenzione a vendere e a far gestire a terzi le uniche attività comunali che permettono entrate sicure: il trapasso del resto è l’unica cosa certa di questo mondo. Che non succeda poi come quest’anno, con il Comune che si è visto tornare indietro i servizi dati ai privati: come la gestione del verde pubblico e le onoranze funebri (Hera, ndr), per cui tanto era stata data battaglia dagli stessi dipendenti comunali, affinchè non fosse svenduto. Un errore previsto, l’esternalizzazione, da chi lavorava nel settore con anni di esperienza alle spalle. Un’intuizione confermata col tempo.
    La gestione delle sepolture pomeridiane passa, invece, alla coooperativa sociale “La Formica”.
    È un modo per garantire la sepoltura immediata una volta finito il rito funebre. Con questo sistema i propri cari non dovranno essere “parcheggiati” nella camera mortuaria, fino al giorno dopo. E si risparmierà anche ai famigliari di dover rivivere due volte lo strazio del rito di accompagnamento all’ultima dimora terrena. Un servizio che viene svolto dal primo luglio nei cimiteri del forese ma non a Rimini “è una convenzione per inumazioni e tumulazioni negli orari pomeridiani – spiega Pietro Borghini, presidente della Formica – del servizio se ne occupano otto uomini suddivisi in due squadre. Siamo stati scelti dal Consorzio Sociale Romagnolo, titolare della convenzione, per le nostre competenze e per l’impiego di personale svantaggiato”.

    Francesca Pergola