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Airbnb – La vacanza… 7 euro a notte

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Echi li ferma più? Gli alloggi messi in affitto sul portale online Airbnb sono sempre di più, anche a Rimini dove erano 4 nel 2009 e ora sono più di 300. Nel mondo sono 50 milioni le persone che ad oggi hanno scelto di pernottare sui letti del sito di home-sharing (il principio è quello di ospitare in casa propria); per questo i fondatori definiscono la loro creazione “l’albergo più grande del mondo”.
L’idea è nata da due coinquilini di San Francisco – metropoli dagli affitti stellari – che nel 2007 hanno deciso di offrire un materasso a basso prezzo sul proprio blog. Oggi il loro “scherzetto” fattura 1 miliardo di dollari l’anno. In Italia sono 176mila le strutture pubblicizzate sul sito californiano, che fanno concorrenza ai 33mila hotel della penisola. Non c’è dunque da stupirsi se Federalberghi ha cominciato a mostrare segni d’insofferenza e se alcune amministrazioni comunali come Roma e Milano hanno fatto accordi con il colosso californiano per riscuotere la tassa di soggiorno anche ai loro utenti-viaggiatori.

E Rimini? Per descrivere il fenomeno in provincia abbiamo preso a campione una trentina di annunci. L’economicità la fa da padrona. Gli appartamenti sono in media per 4 persone e gli affitti vanno dai 35 agli 80 euro a notte. Qualora un alloggio venga riempito, dunque, ciascun visitatore sborserebbe in media 15 euro a notte. Ma sono diversi i casi di dimore da poco più di 20 euro: una spesa a capoccia che può scendere fino a 7 euro a notte. E non si parla di giacigli di paglia con latrine sul retro, ma di appartamenti ben attrezzati, spesso ammodernati, comprensivi di cucina, lenzuola, asciugamani e, in molti casi, di internet, aria condizionata, posto auto e giardino: da fare invidia agli alberghi più in della Riviera. “Io metto a disposizione anche un bollitore per l’acqua calda (piace molto agli stranieri), thè, camomilla e biscotti”, ci racconta uno degli host (così si chiamano gli affittacamere Airbnb) che nei giorni delle ospitate si ritira in un altro alloggio per lasciare spazio agli ospiti. “Il mio appartamento è strategico per i conferenzieri. Ho cominciato ad affittare in pieno inverno pensando di non ricevere richieste, e invece la prima mi è arrivata il giorno stesso della pubblicazione dell’annuncio. Da me hanno tutti i comfort di casa loro, raggiungono la Fiera in pochi minuti e pagano 13 euro a notte. Vuoi mettere?”.

Nell’entroterra, stesso successo. Un esempio? A Novafeltria risultano 12 strutture su Airbnb a fronte di 8 alberghi presenti su Booking. “I miei ospiti pagano 15 euro a notte e stanno per lo più un weekend – racconta un locatore della Valmarecchia -. In alta stagione, però, alzo un poco i prezzi e chiedo soggiorni minimi di una settimana”. E trova lo stesso clienti nonostante l’accorciamento dei pernottamenti lamentato in Riviera? “Sì, ci sono stranieri che si fermano anche per più di due settimane. A prezzi così bassi allungano la vacanza”. E con queste tariffe si riescono a coprire le spese, in particolare quelle del riscaldamento? “Ho sempre avuto un numero di richieste tale da coprire tutte le uscite”. A Mondaino si legge l’annuncio di una tenuta da 15 posti letto con terrazza panoramica che, qualora occupata interamente, costerebbe 6 euro a notte ad ogni ospite.

Una concorrenza da 1.500 posti letto. Tanto è la ricettività riminese di Airbnb, pari a 25 alberghi standard della costa. Se si pensa che fino a qualche anno fa i letti della sharing-economy erano solo poche decine, non stupisce se le 70mila camere del settore alberghiero riminese, già vessate dall’emorragia dei prezzi ribassati, comincino a guardare storto questa neofita forma di concorrenza. Ma si sa, le rivoluzioni del web sono dure da arginare. La soluzione sarebbe quella di essere ancora più competitivi. Ma questa è un’altra storia.

Mirco Paganelli