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A Francesco il formaggio del perdono

formaggio-del-perdonoFormaggio del perdono – Detenuti e volontari della Papa Giovanni XXIII e il Vescovo di Rimini nelle mani (e negli occhi) di Papa Francesco. Una delegazione della Casa Madre del Perdono di Taverna di Montecolombo e Casa Madre della Riconciliazione, ha incontrato mercoledì 24 febbraio il Pontefice, al termine dell’Udienza generale in Piazza San Pietro. “Un personaggio autentico, ci ha guardato in faccia uno per uno” è il primo commento di un ancora emozionato Giorgio Pieri, responsabile del progetto CEC, Comunità educante con i carcerati. Circa 100 tra detenuti e volontari della Comunità fondata da don Benzi impegnati nel recupero di chi ha commesso reati, i presenti all’incontro. Tra essi Antonello Guadagni, casaro, ex-detenuto che ha svolto un percorso alternativo al carcere presso la Comunità Papa Giovanni XXIII.

Antonello ha donato a Papa Bergoglio una caciotta del “Formaggio del perdono”. “Commovente. Intenso. – così giudica l’incontro Antonello – Una vera fortuna avervi partecipato. Un regalo. Ho detto al Santo Padre che quel formaggio rappresenta la misericordia di Dio per la mia vita. Attraverso le cooperative sociali e le opere fondate da don Oreste Benzi, quel che il mondo getta via riprende vita”. Un formaggio buono prodotto da persone che hanno fatto del male, è il segno concreto che chi ha compiuto del male può fare qualcosa di buono, del bene. L’incontro è durato 5 minuti, durante i quali il Papa ha tenuto per un braccio Pieri. “Guardava tutti negli occhi e parlava col cuore – prosegue il 48enne responsabile di Casa Madre del Perdono, a San Pietro con la moglie – .
Ho consegnato nelle sue mani la nostra realtà di comunità educante con i carcerati ancora non gode di alcun riconoscimento ufficiale né amministrativo. Carissimo Papa – sono poi riuscito a dire – a sentimenti di misericordia debbono corrispondere opere di misericordia. Sono necessarie comunità di misericordia”.  Papa Bergoglio, per tutta risposta, ha rilanciato con uno slogan: “Non c’è santo senza un passato, non c’è peccatore senza un futuro”. Lo ha ripetuto due volte, il Papa venuto dalla fine del mondo: “così non vi dimenticate!”. “È stato un incontro prima di tutto umano. – prova a riassumere il Vescovo di Rimini, mons. Francesco Lambiasi che ha accompagnato la delegazione – Il Papa accarezzava i bimbi, senza fretta, si accostava alle persone, abbiamo parlato anche della Via Crucis di venerdì sera. È stato un incontro di fede: il cielo grondava benedizioni. Su don Oreste, sui tanti riminesi che ci hanno preceduto in cielo e che si godevano lo spettacolo dai balconi del cielo”. Terminato il colloquio con il Santo Padre, il gruppo riminese ha varcato la Porta Santa di San Pietro, si è soffermato ad ammirare La Pietà di Michelangelo per poi celebrare la Santa Messa all’altare della Cattedra di San Pietro, presieduta dal Vescovo Lambiasi. Il ritorno a casa del gruppo riminese è accompagnato da una certezza, sintetizzata dalle parole di Antonello: “l’incontro con il Papa è un evento che resta scolpito per la vita. Un carburante capace di farti riprendere con maggiore coraggio le attività quotidiane”.

Paolo Guiducci

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