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80 anni fa, destinazione Etiopia

quadro-Madonna

Qualche tempo fa, a Casa Santa Marta in Vaticano (sì, proprio quella dove abita Papa Francesco), ho incontrato il Patriarca di Addis Abeba e gli ho consegnato l’ immagine della Madonna di Bonora per avere notizie al riguardo di un quadro che ne riproduceva l’ effige ed era stato portato nella sua diocesi nel 1937.
Cosa ci faceva la nostra Madonna in Etiopia? Lo spiego subito.
Intanto, Sua Eminenza mi ha assicurato che, pur non avendo notizie dirette in quel momento sulla ubicazione dell’ immagine, certamente essa era al sicuro ed ancora nella venerazione di qualcuno: quella popolazione infatti è tanto devota alla Madre di Gesù che non era possibile che fosse stata lasciata in stato di abbandono. In attesa di altre novità, questa è già una ottima notizia.

Ma torniamo al 1937.  La politica coloniale del governo di allora aveva cooptato militari e lavoratori in Africa Orientale. Come  è dimostrato negli Ex-Voto ancor oggi appesi nel Santuario, diversi di loro erano di provenienza dalle nostre parti. Tanto che hanno potuto organizzare una colletta per richiedere ai rettori don Pio e don Tomaso Sanchini la celebrazione di sante messe secondo le loro intenzioni. Aggiunsero in particolare di poter ricevere presso la chiesa di Gimma che loro frequentavano in Etiopia, un dipinto con la santa immagine della Beata Vergine di Bonora che tenesse viva la loro fede in quella difficile situazione.

Per accompagnare il quadro da Montefiore alla stazione di Cattolica avvennero trionfali celebrazioni. Era il 2 maggio 1937. I festeggiamenti erano però già iniziati il 25 aprile. Dal 29 aprile al primo maggio fu celebrato un triduo solenne. I montefioresi accoglievano il passaggio di pellegrini ed autorità, addobbando il paese con archi di verdure e festoni di bandiere.
Il Vescovo monsignor Vincenzo Scozzoli aveva accordato l’indulgenza a tutti i pellegrini che avessero accompagnato la sacra Immagine.

Meglio lasciar la parola al giornalista che scrisse sul “Diario Cattolico :
“ … In mattinata (del 2 maggio 1937, ndr) , Comunione Generale di  oltre 3000 persone, Pontificale e solenne benedizione di tale Immagine,
Alle ore 14, partenza. Il piazzale del Santuario è gremito di popolazione. Decine e decine di gagliardetti e bandiere seguono le numerose  autorità e associazioni… La bella Effige esce dal Santuario e viene collocata su un’ampia vettura automobile , sulla quale prendono posto i Rettori del Santuario… La vasta onda di popolo prega… Dietro alla Madonna  è una lunga serie di automobili pubbliche e private appositamente convenute  per seguire in trionfo la Vergine che parte. Il corteo si avvia tra due immense ali di popolo e adagio procede fino a Montefiore. Quivi, sulla piazza maggiore, due parole del Vescovo,  benedizione della Madonna; e il corteo riprende per la via di Morciano, che scende a tornanti e si snoda tra campagne esuberanti di vegetazione. A destra e a sinistra, sui tronche degli alberi e sui pali del telegrafo sono motti inneggianti alla Regina della natura, con l’ augurio di abbondanti raccolti.
A Morciano, gran ricevimento. .. È qui che attende tutta la popolazione della fiorente industre cittadina pavesata a festa. Preceduto dal complesso bandistico locale un nuovo corteo s’ improvvisa e sulla piazza principale sosta.
Su di esso è fatto emergere il quadro meraviglioso. Da un balcone di fronte, il Can. Aurato e Mons. Vescovo dicono ispirate parole.  Dalla piazza, in trionfo si passa alla Casa di Cura del Prof. Cav. Ernesto Montanari. Con gentile pensiero egli volle che il dolce quadro passasse per le camere di tutti gli ammalati ivi degenti . Agli oppressi dal male la visita inaspettata della Regina del Cielo suscitò una commozione vivissima.
Nuova benedizione alla moltitudine; e il corteo riprende.  In automobile chi può. Il grosso della popolazione, a piedi, devotamente…A Pianventena, nuova sosta e benedizione. Lo stesso a S. Giovanni dove la fiumana di popolo è incontenibile. Tutti vogliono vedere, seguire, ammirare. E non una voce distratta…
Ma l’apoteosi è a Cattolica. Agenti di P. S. tenevano diviso il numero immenso dei convenuti da Riccione, da Pesaro da tutte le campagne vicine e lontane. Le autorità civili e politiche con le loro insegne erano a ricevere il corteo gigante; e quando la Madonna passò tra mille voci di canto, la marea immensa dietro a Lei tutta si riversò sul tragitto che conduce alla stazione, per sostare e addensarsi sul piazzale che per l’ occasione parve allargare i propri confini e contenere  quella meravigliosa adunata di popolo. Le tenebre già calavano dai monti, e dalla parte del mare  splendevano gli ultimi riflessi del giorno. Alla luce di fiaccole innumeri, su un balcone apparve la dolce visione della Partente. L’ accolse un grido sommesso di gioia da tutti i petti… Poche indovinate parole del Can. Aurati e di Mons. Vescovo…L’ultima benedizione… Madonnina bella, addio!!… Pochi minuti dopo il treno trasportava verso sud l’ Immagine dei nostri sospiri e dei nostri voti. Udii un vecchio a Cattolica che disse : “Se campassimo mill’ anni, non vedremo più tanta gente”.
E questo è forse il commento più bello alla entusiastica dimostrazione: giusta ricompensa  (perché non dirlo?) alla fattività ardente e generosa con la quale i fratello Cav. Don Pio e Don Tommaso Sanchini da anni van propagando la devozione alla Vergine di Bonora”.

Nel viaggio ebbe come compagnia i missionari Comboniani. Ad accoglierla ad Addis Abeba era il Legato Pontificio, un missionario della Consolata.
Anche in Africa l’accoglienza non fu meno festosa fino alla chiesa di Gimma.
Come è piccolo il mondo: durante il secondo conflitto mondiale, come ausiliare del Vescovo Vincenzo Scozzoli venne inviato a Rimini proprio quel Legato Pontificio, Mons. Luigi Santa. Essendo l’episcopio riminese distrutto dai bombardamenti ed il seminario danneggiato, Vescovo e seminaristi si trasferirono nel “seminario di guerra” allestito proprio negli ambienti del Santuario. Chissà cosa si saranno detti il Vescovo e la Madonna in quella occasione: “ Guarda un po’ chi si rivede”!?!

don Ferruccio Capuccini