Home Ultimaora 40 anni di Meeting, si salpa con speranza

40 anni di Meeting, si salpa con speranza


Un occhio che ti scruta intensamente in mezzo a decine di pixel. E’ l’immagine del Meeting 2019, il Meeting del quarantennale. Un traguardo straordinario per la kermesse riminese, che necessitava di un “aperitivo” adeguato: per questo è stato organizzato un incontro con autorità e stampa, una “formula inusuale – ammette Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’Amicizia fra i Popoli – “ma l’eccezionalità dell’anniversario lo consente”.
In attesa, dunque, del “pranzo” completo che sarà servito al 18 al 24 agosto alla Fiera di Rimini, il Meeting inizia a “svelarsi” a partire dal manifesto 2019, delle aperture internazionali e dell’integrazione crescente con il territorio di Rimini. Una territorialità aperta al mondo che è stata rimarcata anche dal vescovo di Rimini in apertura di incontro. “Grazie alle sue solide radici, il Meeting è quanto di più riminese possa esserci, ma per sua natura ha uno sguardo internazionale, capace di creare ponti e sviluppare dialogo. – ha detto mons. Francesco Lambiasi – Il recente Meeting al Cairo è un’ulteriore bella testimonianza dell’afflato universale della manifestazione”. Il pastore della Chiesa riminese ha poi indirizzato alcune parole all’evento del 2019. “Ci incamminiamo verso un traguardo storico: l’edizione dei 40 anni. Numero biblico per eccellenza (quarant’anni nel deserto del popolo di Israele, quarant’anni di Mosè, quaranta giorni di Gesù nel deserto, etc), quaranta in compagnia del Meeting rappresenta pure un ulteriore opportunità per andare a fondo del desiderio umano, e scoprire da dove può nascere il volto e la fisionomia della persona. Il titolo che gli organizzatori hanno felicemente attribuito alla prossima edizione, «Nacque il tuo nome da ciò che fissavi», è poi doppiamente evocativo per Rimini. è tratto da una poesia di Karol Wojtyla, il papa oggi santo che fu il Pontefice dei primi anni del Meeting e partecipò all’edizione numero tre, in una giornata (29 agosto 1982) che resta scolpita nella storia di Rimini e dei riminesi”.
“Grazie per quello che siete, carissimi, grazie per quello che fate, – ha concluso il suo intervento mons. Lambiasi – grazie al Meeting perché ogni edizione rappresenta un’occasione preziosa di crescita per la città di Rimini, per tutta la Diocesi e per ogni persona di buona volontà alla sincera ricerca di felicità individuale e di esperienze di realizzazione umana e costruzione sociale”.
“Quarant’anni di apertura al mondo, quarant’anni di legame con la nostra città e i suoi protagonisti. Rimini fine anni Settanta era una città creativa, con eccellenze nel sociale e nella cultura, penso a don Oreste, a San Patrignano, al Pio Manzù, alla Sagra Malatestiana». Così Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, ha iniziato il suo intervento nella sala congressi del Palazzo del Turismo di Rimini. “Noi stessi, figli di questa città e dell’educazione ricevuta da don Giussani, avevamo nel nostro dna l’apertura, la vocazione all’incontro e alla valorizzazione di ogni espressione che sapesse di vero, la passione per la bellezza. Quello che fece la differenza fu l’intuizione, condivisa, che i grandi progetti si costruiscono insieme con chi ha il coraggio di volere il bene, prima di cercare il proprio utile”.
Il Meeting dei 40 anni, ha assicurato la presidente, sarà il Meeting di una nuova apertura internazionale: “non più solo un Meeting dell’amicizia fra i popoli, ma un Meeting realizzato con gli amici dei diversi popoli”. Segno di questa novità è la missione in Egitto dello scorso ottobre, in collaborazione con la Biblioteca di Alessandria e durante la quale la delegazione del Meeting ha incontrato personalità di rilievo della vita del paese, tra cui il Grande Imam di Al-Azhar. Negli ultimi mesi inoltre il Meeting è diventato un punto di riferimento delle “nuove generazioni”, i figli di persone immigrate nati in Italia, con due mostre che stanno girando tutta la penisola e coinvolgendo decine di migliaia di persone. Nel 2018 inoltre sono saliti a quota 15 i Meeting nati spontaneamente all’estero, dal New York Encounter, ad Encuentro Madrid, al Meeting di Brno nella Repubblica Ceca, al London Encounter, fino agli eventi di Paraguay, Messico e Cile.
Dal desiderio di far conoscere il Meeting e di coinvolgere altri nel sostenerlo è nato anche “Meet the Meeting”: il prossimo 18 maggio 2019 vedrà il marchio MeetingRimini presente nelle piazze di sessanta città italiane grandi e piccole, con l’obiettivo di incontrare le persone, invitarle a Rimini, raccontare le novità dell’edizione imminente e sensibilizzare il pubblico a sostenere la manifestazione.
Meeting internazionale e con lo sguardo alla mondialità, com’è nel dna della manifestazione, ma senza perdere la sua radice riminese. Anzi, la 40ª edizione segnerà anche un rafforzamento della presenza del Meeting nel territorio.
Lui di Meeting da presidente della Fiera ne ha fatti 23.  “E sono stati un arricchimento dal punto di vista personale” assicura Lorenzo Cagnoni, presidente di Italian Exhibition Group, la società che riunisce i quartieri fieristici di Rimini e Vicenza. D’altra parte, mentre tutti gli altri quartieri fieristici in Italia in agosto chiudono per ferie, quello di Rimini si è sempre distinto per l’apertura, ospitando un evento tra i più importanti in Italia e in Europa come il Meeting. “Dal versante della Fiera – ha detto ancora il presidente Cagnoni –sia il Meeting che il quartiere fieristico sono stati e sono sempre di più, soprattutto per chi ci ha lavorato e ci lavora oggi, un luogo di crescita positivo e dinamico, ricco di opportunità e di occasioni umane e non solo professionali. Incontrarsi e conoscersi, così come fare business, in un ambiente dominato dalla bellezza, sono convinto faccia la differenza e favorisca la costruzione di relazioni positive, anche tra persone con storie e tradizioni differenti. C’è una spinta alla bellezza che accomuna il nostro lavoro, che si traduce anche in un’operosità e in una ricerca continua di migliorarci, innovarci e crescere, alzando sempre di più l’asticella subito dopo aver ottenuto il risultato. Credo che stia qui il principale segreto di chi ha successo. Al Meeting ne auguro ancora per almeno altri 40 anni”.
Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi ha riscritto quasi integralmente il suo intervento mentre ascoltava gli altri relatori. Ed è andato a braccio. “Sarà l’età, ma amnesie e commozione aumentano. – ha detto Gnassi – Mi sono commosso di fronte alle storie ascoltate in occasione dei 50 anni della Papa Giovanni XXIII con il presidente Mattarella: in quelle storie ci sono le ragioni per non darla vinta al cinismo che sembra imperante.
In questa società non c’è più discussione, anzi non si cerca più il confronto. Si esaurisce tutto con un tweet di 140 caratteri e la verità di ciascuno è un muro insormontabile.
Il Meeting ha attraversato questi 40 anni come un vascello leggero e non ha mai perso la bussola.
Durante le tempeste ci si attacca ai fondamentali, alle coordinate per navigare con speranza anche in mari tempestosi. La stella polare del Meeting erano e sono le persone e la loro tensione all’assoluto e alla felicità, da raggiungersi attraverso le relazioni. Per dirla come avrebbe fatto Jannacci ‘Meeting di Rimini, 40 anni senza mai andare fuori tempo’. O per meglio dire, cercando ostinatamente, costantemente di capire il tempo, senza lasciarsi sopraffare da esso”.
Gnassi emozionato ha emozionato il pubblico con la sua “confessione” laica. “Cinismo o speranza, c’è una partita da giocare. Il cui risultato dipende da dove si fissa lo sguardo. In questi anni da sindaco ho imparato a fissare lo sguardo sul cuore. Fissare lo sguardo significa chiedersi anche: chi sono io? Ed io mi costruisco nel rapporto con gli altri.
Il Meeting cambia la comunità e arricchisse le persone, e lo ha fatto anche con me”.
Applausi scroscianti per il primo cittadino riminese, che si è detto molto soddisfatto e interessato anche per l’iniziativa delle piazze del Meeting, nelle 60 città italiane, e si augura che al “Mare del desiderio”, lo spettacolo del Meeting 2018 nella piazza del Ponte di Tiberio, possano seguire altre iniziative magari nel teatro Galli recuperato.
“Viviamo nel paese che il Censis descrive come «impaurito, incattivito, impoverito» – l’ultima questione affrontata dalla Guarnieri. E’ vero, ma è anche vero che la partita tra cinismo e speranza si gioca sulla responsabilità e sulla libertà di ciascuno. Dipende tutto dalla direzione verso cui puntiamo il nostro sguardo, come ricorda il titolo del 40° Meeting, tratto da una poesia di Wojtyla, “Nacque il tuo nome da ciò che fissavi”. Il 7 dicembre qui a Rimini il presidente Mattarella ci ricordava che «non dobbiamo avere timore o vergogna di nutrire, e di manifestare, buoni sentimenti. Perché ci aiutano a migliorarci, mentre il cinismo è triste e gretto: si inchina al cosiddetto realismo, ritenendolo immutabile«. Il cinismo ammantato di realismo è oggi una deriva pericolosa. Quasi profeticamente diceva don Giussani nel 1987 che “nell’appiattimento del desiderio ha origine lo smarrimento dei giovani e il cinismo degli adulti”. In fondo abbiamo un unico auspicio per i prossimi quarant’anni: che il Meeting possa ancora contribuire a tenere vivo il desiderio di tanti, giovani e adulti».

Il Meeting #40 perderà però uno dei suoi uomini storici. Il direttore Sandro Ricci dopo 40 anni (di cui 36 da direttore, da quando cioè esiste la carica) ha scelto di intraprendere una nuova strada lavorativa. “Un’avventura professionale e umana esaltante, così definirei il mio lavoro di questi anni al Meeting – il commento di Ricci – Considero un privilegio aver accompagnato la crescita costante della manifestazione». Il nuovo direttore, che entrerà in carica a gennaio 2019, sarà Emmanuele Forlani, riminese di origine, 44 anni, una carriera brillante nelle relazioni pubbliche e nel management, già componente del cda della manifestazione, presidente dell’Associazione Portofranco Milano onlus e ideatore e coordinatore dell’area “Meet to Meet” dell’ultimo Meeting dedicata ai temi della mobilità.

Il logo e il manifesto dell’edizione 2019 portano la firma di Stefania Garuffi, titolare di uno studio grafico riminese, che già aveva firmato il manifesto 2015. “Il centro del visual è uno sguardo carico di intensità e di domanda – spiega l’autrice – Quando l’attrattiva è forte accade così. Volevo fissare proprio l’istante in cui l’occhio è tutto preso da ciò che accade. È l’occhio dell’uomo contemporaneo – bombardato di immagini, di stimoli e di input – ma ancora desideroso di qualcosa e qualcuno di autentico”.
Un’altra novità sarà il sito internet www.meetingrimini.org completamente rinnovato. Confermate nel nuovo Meeting, le aree e gli spazi tematici che già avevano contraddistinto la precedente edizione. Già sicure Mesh Area, dedicata al mondo del lavoro, e Meeting Salute, mentre quella che nel 2018 era stata Move to Meet, area dedicata ai temi della mobilità, quest’anno si amplierà per abbracciare anche i temi della città, come luogo dove la persona nasce, cresce, costruisce e vive.
Paolo Guiducci